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Pensare e proporre l’itinerario come un’esperienza di Chiesa

L’appartenenza a una comunità

23 Ottobre 2012

«Il cammino proposto sarà ecclesiale, cioè fatto in e con la Chiesa e condurrà a un’esperienza di fede specificamente cristiana, accompagnando i fidanzati a discernere e approfondire la loro vocazione di coppia». (Celebrare…, n. 38)

«Le famiglie cristiane e tutte le strutture pastorali devono sentirsi coinvolte nella preparazione al matrimonio e nella celebrazione delle nozze. In questi passi, coloro che si dispongono a formare una nuova famiglia non devono sentirsi soli: il loro matrimonio non è una questione privata, ma coinvolge tutta la comunità ecclesiale. Tutte le fasi della loro nuova vita familiare dovranno essere accompagnate dall’affetto premuroso della comunità cristiana, e questa non potrà disinteressarsi delle loro situazioni di difficoltà, delle eventuali crisi nella vita matrimoniale o degli eventi lieti o tristi, quali la nascita dei figli e la morte di persone care.»(CEI, Commissione Episcopale per la Famiglia e la Vita, Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia, n.3)

Non sempre i nubendi appartengono alla comunità ove seguono il percorso di preparazione al matrimonio, capita sovente che poi vadano altrove ad abitare. Questo ci impegna anzitutto a trasmettere loro l’idea di appartenere a una Chiesa più ampia, universale, e, più concretamente, a prendere noi contatto con la loro futura comunità parrocchiale per sapere cosa proporre loro in seguito.

Per approfondire: Orientamenti…, n.22 (p.17)