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La vocazione alla fede in Gesù e la sua potenza di rinnovamento

IV Domenica di Quaresima, del cieco nato. Visita Pastorale (Decanato di Lissone) Comunità Pastorale “Maria Vergine Madre dell’Ascolto” Biassono – Macherio – Sovico, 30 marzo 2025

30 Marzo 2025

1. La Visita Pastorale

La Visita Pastorale è l’occasione per dirvi: voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Normalmente il Vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal Vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La Visita Pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La Visita Pastorale è l’occasione per una Comunità Pastorale così ricca e benedetta come quella di “Maria Vergine Madre dell’Ascolto” per riflettere sul momento che vive, riconoscere le grazie che riceve, assumere le responsabilità e le iniziative che la situazione richiede.

La Visita Pastorale è l’occasione per incoraggiare a sentirsi parte della Chiesa diocesana e a mettere a frutto le proposte, a partecipare alle convocazioni, a qualificare persone disponibili per accompagnare i giovani in cammini di fede e di appartenenza alla comunità cristiana ed alla sua missione. La Chiesa diocesana ha fatto la scelta di promuovere una pastorale di insieme che qui si è realizzata come creazione della Comunità Pastorale: «È stato un percorso sicuramente faticoso e non privo di ostacoli. […] ma nell’obbedienza si è iniziato a lavorare, a camminare insieme, forse non ancora del tutto convinti che quello che veniva chiesto fosse “per un bene più grande”. Riguardando ora il cammino fatto fin qui possiamo affermare che, nonostante le difficoltà che ancora viviamo, vediamo i frutti della strada percorso in questi anni».

Siate consapevoli, siate fieri, siate disponibili per una vita della Parrocchia che sia inserita nella vita del territorio, nel Decanato, nella Diocesi che è la Chiesa locale nel suo mistero e nella sua configurazione reale, all’interno della Chiesa Cattolica. La dimensione missionaria essenziale per ogni comunità cristiana è «una esigenza missionaria. La questione quindi sta nella missionarietà come esito dell’avere “un pensiero di percorso condiviso che nasca dall’esperienza di fede”. […] i nostri missionari nel mondo […] i tre gruppi missionari della parrocchie».

La Visita Pastorale è il momento per ascoltare insieme la Parola di Dio, quello che il Signore vuole dire, oggi a questa comunità, nella celebrazione della Messa domenicale.

 

2. Il drammatico e contrastato percorso della fede in Gesù

È come un contrasto, una ribellione, una contrapposizione quello che Gesù fa nell’ambiente che gli sta intorno. È come se Gesù per salvare il cieco e proporgli la fede debba contrastare tutta una mentalità che forse possiamo riassumere in tre aspetti.

Gesù contrasta l’atteggiamento del me ne frego. Di fronte al cieco i discepoli ne fanno un argomento per una discussione teologica: non si interessano della persona. All’incontro con il cieco guarito quelli che lo conoscono non si rallegrano, non si interessano: sarà lui o sarà un altro? Boh? Del resto a chi interessa? Gesù non si interessa del caso, ma della persona. Gesù si prende cura di lui, rivela che la gloria di Dio si manifesta nel guarire. Gesù non ha guarito tutti i ciechi del mondo e neppure tutti quelli della sua terra. Ma di questa persona che incontra si cura.  Chi segue Gesù contrasta la cultura del me ne frego: si lascia chiamare dal bisogno del fratello povero, impedito di essere libero e costretto a dipendere dalla compassione altrui. Non posso risolvere tutti i problemi, ma di te mi prendo cura.

Gesù contrasta l’atteggiamento dell’arrangiati. I genitori dell’uomo nato cieco sono coinvolti in una specie di processo che li intimorisce. Perciò dicono: “noi non vogliamo fastidi a causa di quello che è successo a nostro figlio. Ha l’età per spiegarsi da solo”. Come per dire: “noi gli vogliamo bene, ma se questo comporta fastidi per noi, è meglio che si arrangi lui”. Gesù invece si fa carico della miseria del cieco e per curarsi di lui si espone anche al pericolo, al processo, alla condanna da parte dei potenti del momento. I discepoli di Gesù sono chiamati a reagire alla cultura dell’arrangiati, per praticare una solidarietà che si faccia carico dei fratelli, anche se questo opera comporta fatiche e rende impopolari.

Gesù contrasta l’atteggiamento del vattene via. L’opera di Gesù è imbarazzante, la sua missione crea scompiglio nell’inerzia della ripetizione, negli schemi rigidi del formalismo farisaico. Perciò la discussione è aspra e l’esito è la scomunica: Vattene via!

Gesù chiama a far parte di una comunità che si fonda sulla fede, piuttosto che sulle regole, sulla relazione personale con lui, piuttosto che sugli adempimenti. I discepoli di Gesù sono quelli che cercano Gesù, credono in lui e contribuiscono a costruire una comunità caratterizzata dallo stile di Gesù, accogliente, profetica, libera e lieta.

 

La parola e la testimonianza che ci offre il Vangelo di questa quarta domenica di Quaresima invita dunque a perseverare nel cammino della fede e nella novità cristiana.

  • Non la cultura del me ne frego, ma la sollecitudine del prendersi cura.
  • Non la cultura dell’arrangiati, ma la disponibilità a portare i pesi gli uni degli altri.
  • Non la cultura del vattene via, ma la cura per costruire e ricostruire relazioni personali con Gesù e con tutti.