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«La speranza poi non delude»

Messa nella memoria di S. Josemaria Escrivà, Milano, Duomo - 26 giugno 2025

26 Giugno 2025

  1. Si fanno avanti i delusi della speranza

La proclamazione della speranza ha fatto arrabbiare i delusi della storia.

Si fanno avanti gli oppressi, le vittime dell’ingiustizia dei prepotenti, coloro che si aspettavano una qualche forma di liberazione o almeno di sollievo, la povera gente che non conta niente e sperava di contare qualche cosa almeno nel Signore che abita nei cieli. E dal cielo hanno visto piovere bombe e morte. Si fanno avanti e dicono: “Speravamo, ma siamo stati delusi”.

Si fanno avanti gli infelici per gli amori traditi, le promesse smentite, gli affetti svaniti, coloro che si aspettavano una qualche forma di garanzia dalla benedizione di Dio: speravano che un amore benedetto da Dio, promesso solennemente davanti a Dio potesse durare per sempre. E nei legami desiderati hanno visto crescere l’indifferenza, il risentimento, il tradimento. Si fanno avanti e dicono: “Speravamo, ma siamo stati delusi”.

Si fanno avanti i miti, i devoti, la gente buona animata da buoni sentimenti, da buoni desideri: sono rimasti incompiuti i buoni desideri, il desiderio di avere bambini, il desiderio di formare una famiglia, il desiderio di mettere a frutto i propri talenti in un lavoro adeguato, con un riconoscimento proporzionato. Si fanno avanti e dicono: “Speravamo, ma siamo rimasti delusi”.

  1. C’è una parola di speranza per i delusi della speranza?

La parola che siamo incaricati di annunciare è una parola che chiama a conversione. La parola di Gesù chiama a convertire le aspettative in affidamento. Le aspettative nascono dai desideri, dalle previsioni, dai progetti. Sono legittime. Le aspettative sono costruite su quello che ciascuno può fare o immaginare e sull’aspettativa che Dio sia alleato e aiuti a realizzare quello che uno si aspetta. Alcuni chiamano speranza le aspettative. Gesù è venuto per annunciare il compimento delle promesse di Dio, non delle aspettative di ciascuno. Perciò molti sono rimasti delusi da Gesù e l’hanno abbandonato. Ma coloro che si fidano delle promesse di Dio e del compimento in Gesù sono chiamati a seguire, a imitare, a condividere i sentimenti di Gesù.

La parola che siamo incaricati di annunciare ai delusi della speranza è la parola che indica le vie da percorrere: la prima è la via della gratitudine. Noi non siamo stati accontentati; siamo stati salvati: «La speranza, infatti, nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce: “Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita”(Rm 5,10» (Papa Francesco, Bolla di indizione del Giubileo 2025, n. 3).

 La parola che siamo incaricati di annunciare ai delusi della speranza è la parola che indica le vie da percorrere: la via che non si deve abbandonare è la via della docilità allo Spirito. «La vita di Gesù si manifesta nella nostra vita di fede, che inizia con il Battesimo, si sviluppa nella docilità alla grazia di Dio ed è perciò animata dalla speranza, sempre rinnovata e resa incrollabile dall’azione dello Spirito Santo» (ibid). La docilità significa lasciarsi condurre a vivere in ogni situazione secondo quello che lo Spirito suggerisce. Non quindi la pretesa che il Signore realizzi i tuoi desideri, ma il desiderio di realizzare il desiderio di Dio: ogni situazione quindi è occasione per amare, perché questo è il desiderio di Dio: «Che vi amiate come io vi ho amati; che la vostra gioia sia piena; che abbiano la vita eterna; che siano anche loro dove sono io».

La docilità allo Spirito non significa una spiritualizzazione che proietta “in paradiso” i desideri incompiuti sulla terra. Significa invece vivere secondo lo Spirito in ogni giorno e operare perché siamo seminati ogni giorno i segni del Regno. Il Regno non si compie nella storia, ma la storia è storia del Regno di Dio: «È giunto a voi il regno di Dio» (Lc11,20).

 La parola che siamo incaricati di annunciare ai delusi della speranza è la parola che indica le vie da percorrere: la via della trasfigurazione del quotidiano. Uomini e donne condotti dallo Spirito sono originali sulla scena del mondo, perché sono uniti all’amore di Gesù: «È infatti lo Spirito Santo, con la sua perenne presenza nel cammino della Chiesa, a irradiare nei credenti la luce della speranza: Egli la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne, per dare sostegno e vigore alla nostra vita. La speranza cristiana, in effetti, non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino» (ibid).

I tratti dell’originalità cristiana interpellano tutti coloro che vivono secondo lo Spirito: si vantano anche nelle tribolazioni subite a motivo della fedeltà al Vangelo di Gesù; ricambiano indifferenza con dedizione appassionata; ricambiano il male con il bene; scoprono i segni del Regno persino nei cuori perversi e infelici, persino nelle situazioni di desolazione, persino nella noia del lavoro ripetitivo o nella frenesia della responsabilità creativa. Riconoscono i segni del Regno e conoscono l’arte di portarli alla luce, di mostrarne lo splendore e l’attrattiva, la praticabilità e la promessa che vi è iscritta.

Contemplando il cuore di Gesù, la sua sollecitudine per ciascuno, anche per chi si è perduto, preghiamo perché anche i delusi della speranza possano accogliere l’invito a percorrere ancora le vie della speranza: la gratitudine, la docilità, la trasfigurazione del quotidiano.