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“Promessi Sposi”

«La Provvidenza mi ha assistito!»

In occasione del ritorno a Milano parla l’autore e regista Michele Guardì: «Quando altri impresari mi hanno suggerito “Togliamo questo, ridimensioniamo quello...”, mi son detto: “Me lo produco da solo”...»

di Ylenia SPINELLI

20 Marzo 2012

I Promessi Sposi, l’opera moderna di Michele Guardì con le musiche di Pippo Flora, torna a gran richiesta al Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 22 al 25 marzo (22 e 23 ore 21, 24 ore 16 e 21, 25 ore 21).

A quasi due anni dalla presentazione in Duomo davanti al cardinale Tettamanzi e dal successivo debutto ufficiale allo Stadio di San Siro, il capolavoro manzoniano rivivrà sul palcoscenico in una nuova versione più dinamica e veloce, che non farà rimpiangere l’originale.

Per il secondo anno di tour Guardì ha infatti ricomposto un grande cast, vero segreto del successo, ha creato nuove scenografie e si è affidato al coreografo Martino Muller, che ha già collaborato con Gilles Maheu per Notre Dame De Paris e per Cirque Du Soleil. «Abbiamo dovuto modificare le scenografie per poter portare lo spettacolo anche nei teatri più piccoli – spiega Guardì -. Abbiamo ideato macchine teatrali che si muovono orizzontalmente, così da poter spostare scenografie imponenti con la leggerezza con cui si muovono i fogli di carta».

Ma l’effetto-kolossal non si perderà, anche perché non mancheranno le videoproiezioni e gli effetti speciali che riprodurranno parte della Brianza lecchese e della città di Milano, compreso il suo Duomo, alto più di quindici metri. Torneranno a far emozionare la scena dell’Addio Monti con la tipica “Lucia” che avanza nella nebbia, quella della madre di Cecilia che adagia la figlia morta sul carretto degli appestati, promettendole di raggiungerla prima di sera, e la pioggia vera, catartica, che nel finale scende sul lazzaretto. Martino Muller – assicura il regista – ha trasformato l’opera in uno spettacolo degno di Broadway e non è esclusa una tournée all’estero.

Qualche modifica si è resa necessaria anche nel cast, formato da dieci protagonisti, dieci comprimari, quaranta ballerini e coristi che cantano dal vivo su basi musicali realizzate da una grande orchestra sinfonica. Riconfermati Noemi Smorra e Graziano Galatone nei panni dei due sposi promessi, Giò di Tonno nel ruolo di don Rodrigo, Vittorio Matteucci- l’Innominato e Christian Gravina – Fra Cristoforo. Al posto di Lola Ponce, impegnata in America, il ruolo della Monaca di Monza sarà affidato a Rosalia Misseri che, a detta di Guardì, ha una voce ancora più adatta. Inalterate le splendide melodie di Pippo Flora, che spaziano da Puccini a Webber e che contribuiscono al successo dell’opera.

Un successo, di critica e di pubblico, che per Guardì non è certo giunto inaspettato. «Io me lo sentivo – confessa – e quando mi sono rivolto ad altri impresari che hanno cominciato a suggerirmi “Togliamo questo, ridimensioniamo quello…”, mi son detto: “Me lo produco da solo”. E la Provvidenza mi ha assistito!».

Dunque ancora un grande spettacolo, forse più energico e dinamico rispetto a quello del debutto. Chi ha letto il romanzo ritroverà tutti i personaggi e tutti i particolari, chi ancora non lo conosce potrà apprezzare il contenuto umano e i grandi valori cristiani presenti in ogni pagina e quindi in ogni scena.