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Unione del Commercio

La domenica della famiglia:
tempo della comunione e della missione

L’esistere stesso di una famiglia è un segno di speranza in un mondo di relazione fragili: l’esempio di tre esperienze pastorali, dove i grandi temi teologici trovano la concretezza di una fede vissuta

di Rosangela VEGETTI

1 Giugno 2012
La sede dell'Unione del commercio dove ha avuto luogo la tavola rotonda

Nelle famiglie si intrecciano feste con significati diversi, ricorrenze, eventi di rilievo, momenti di gioiosa condivisione: la famiglia è per tutti i suoi componenti l’ambito naturale del tempo della festa.

«L’esistere di una famiglia è un segno di speranza nel mondo di relazioni fragili, che si frantumano»: don Antonio Torresin, prete milanese, ha così introdotto la tavola rotonda sulla Domenica della famiglia, tenutasi presso l’Unione del Commercio di Milano: tempo della comunione e della missione che si è articolata in tre esperienze pastorali di vita cristiana. I grandi temi teologici hanno trovato quindi riscontro nelle esperienze concrete di comunità di fede.

A cominciare dalle piccole comunità cristiane della Zambia, di cui ha portato testimonianza don Olinto Ballarini (che in quel Paese africano ha svolto alcuni anni di missione pastorale), dove costituiscono la forza vitale della Chiesa locale. Sono la “chiesa del vicinato”, dove si esercita la carità fraterna come fondamento della vita di fede.

Nonostante la tendenza dei giorni d’oggi che va trasformando la domenica da festa della famiglia attorno all’eucaristia a tempo rivolto al divertimento, allo sport o ad altre incombenze, ci sono famiglie che non cedono a tale stile e, come ha testimoniato don Roko Glasnovic, prete croato, vivono la domenica come giorno di Dio, partecipando alla Messa, impegnandosi nella catechesi e in opere di carità verso i più deboli e sofferenti: «Ne deriva una nuova idea di relazioni familiari e personali animate dallo Spirito Santo» .

Per i cristiani la festa è principalmente la domenica come Pasqua settimanale e la celebrazione parrocchiale può essere una vera festa familiare. «Deve però avere una sua personalità – suggerisce don Pietro Sigurani, responsabile dei “Migrantes” della diocesi di Roma e del Lazio – che deriva dalla vita di coloro che la celebrano e va contrassegnata dallo spirito di accoglienza espresso nel rapporto personale che dovrebbe crescere di domenica in domenica». Con l’accoglienza, l’amore e la conoscenza reciproca, cresce anche la festa della famiglia di Dio che è una famiglia di famiglie che si disperdono nel mondo come testimoni e missionari dell’amore di Dio verso tutti.