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Family 2012

La corale e l’inno hanno un futuro

Don Claudio Burgio: «Coristi e direttori entusiasti di un’esperienza, che ora va portata avanti»

di Luisa BOVE

17 Giugno 2012

Non c’è dubbio: l’animazione liturgica della Messa conclusiva del Family 2012 presieduta da papa Benedetto XVI la mattina del 3 giugno era davvero molto curata. L’intera regia era stata affidata a don Claudio Burgio, Maestro della Cappella Musicale del Duomo e autore dell’inno ufficiale del VII Incontro mondiale delle famiglie. «Un’esperienza molto impegnativa, perché non si è trattato solo di scrivere note, ma di organizzare tutto. È stato importante anche per i ragazzi della Cappella Musicale che hanno partecipato a un evento di Chiesa di queste proporzioni e ora si interrogano».

Fin dall’inizio, spiega don Burgio, erano stati previsti due cori: uno polifonico e l’altro per guidare l’assemblea. Il primo, includeva la Cappella Musicale del Duomo (40 bambini e 20 uomini), “La Verdi”, il Coro di Varese e i cantori gregoriani di Cremona diretti dal M° Fulvio Rampi. «Questi ultimi – spiega -, li ho invitati perché la loro presenza era un valore aggiunto alla celebrazione, sono bravi e affrontano il canto gregoriano in modo scientifico». I quattro cori polifonici (180 persone in tutto) si sono preparati a parte, poi si è aggiunta l’orchestra “La Verdi” di 100 elementi.

«Per costituire il coro guida dell’assemblea invece – continua il Maestro -, abbiamo aperto le iscrizioni a tutti i cori della diocesi per offrire questa opportunità, ma non ci aspettavamo una partecipazione così massiccia. È stata davvero una bellissima sorpresa: ci siamo resi conti che in diocesi esistono ancora tantissimi cori liturgici e ora vogliamo valorizzali». Dai cori sparsi sul territorio sono arrivate oltre 60 domande per un totale di 1700 cantori, «purtroppo però dal punto di vista tecnico, normativo e di sicurezza – precisa don Burgio -, non potevamo superare una certa cifra». Il palco riservato al coro prevedeva solo mille persone, ma con tutte le richieste diventavano il doppio. «Alla fine sono riuscito a strappare una pedana adiacente al palco del coro che comprendesse 400 posti e così siamo riusciti ad accontentare 1100 cantori e tra rinunce e defezioni sono state escluse solo 350 persone. Ci è spiaciuto molto, ma hanno capito».

«I coristi e i direttori sono stati entusiasti dell’esperienza – assicura don Burgio – in questi giorno ho ricevuto ancora tante mail di ringraziamento. Ma al di là dell’evento, l’iniziativa ha avuto un significato ulteriore di appartenenza e riconoscimento di una realtà, come quella dei cori, molto legata alle parrocchie e alla pastorale. Ora l’idea è di continuare l’esperienza, per questo nei prossimi giorni ci sarà un incontro con i direttori per raccogliere le loro impressioni e progettare insieme eventi futuri. Come diocesi vogliamo impegnarci per animare le liturgie e fare canto sacro in modo diverso, senza rivalità e appartenenze. Inoltre vogliamo puntare sulla nascita di un repertorio nuovo, anche nella celebrazione con il Papa abbiamo proposto nuovi canti per la liturgia: lo stesso inno delle famiglie che abbiamo eseguito quella domenica può essere riutilizzato perché è un canto liturgico sulla Trinità e va al di là del Family 2012».