Doppio momento di festa ieri sera per la Comunità pastorale Incirano-Dugnano. Mentre al Santuario dell’Annunciazione andava in scena il concerto in onore del Santo Padre, all’oratorio San Luigi le famiglie della Comunità hanno dato il benvenuto ai pellegrini indiani giunti in città per l’incontro con Benedetto XVI.
Il concerto si è aperto con il saluto di monsignor Giacomo Tagliabue: «Con questo concerto vogliamo dare il nostro benvenuto al Papa, amante delle musica, che suona il pianoforte». Monsignor Tagliabue ci ha tenuto a sottolineare lo stato di sofferenza che sta vivendo Sua Santità, utilizzando le parole del cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, uno dei cardinali più vicini al Papa, che proprio ieri ha inviato via mail al sacerdote padernese l’intervista rilasciata a Il Messaggero di Roma sulla vicenda Vatileaks. «Il Papa soffre in prima persona, ma il compito di soffrire rappresenta il successore di Pietro perché rappresenta tutti noi; la sua vita è un martirio. Dare le dimissioni è impensabile per come è lui, un uomo che si spende sino alla fine e questo rientra nella sua visione della vita». E ancora: «Alla messa di Pentecoste era sereno anche se sofferente. Sul volto del Papa oltre alle nuvole passa però il sole di tutta la Chiesa. Ed è la sua missione».
A portare ai presenti il saluto dell’Amministrazione comunale, che ha organizzato il concerto – l’ultimo della rassegna “Musica d’Arte” -, l’assessore alla Cultura Rodolfo Tagliabue. Il coro e l’ensemble strumentale “Accademia di musica Heitor Villa Lobos” hanno poi dato il via alla serata con pezzi di Monteverdi, Brahms, Lotti, fino a Bach e Mozart. Quasi due ore sotto la direzione di Giuseppe Guglielminotti Valetta per i venti coristi e di Damiano Cerutti per l’orchestra.
Anche all’oratorio San Luigi non è mancata la musica che ha accompagnato per buona parte della serata i giochi delle famiglie con il vicario parrocchiale per la pastorale giovanile don Giuseppe Cotugno. Al centro dell’attenzione la famiglia indiana – mamma, papà e due figli, (mentre un terzo ha dovuto rimanere a casa per sostenere un esame all’università) -, di cui la comunità pastorale ha coperto tutte le spese di viaggio e di ogni necessità. Provengono dal Kerala, lo Stato a sud dell’India salito agli onori della cronaca per la vicenda dei due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il loro arrivo a Paderno Dugnano è stato fortemente sostenuto anche dal cardinale George Alencherry, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi. Dopo la cena comunitaria, spazio ai giochi: il primo una staffetta per apparecchiare la tavola, simbolo della convivialità e del momento in cui la famiglia si riunisce; il secondo tutti sparsi sul campo e alla parola “famiglia”, ripetuta ogni volta in una lingua diversa, con la caccia alla propria moglie, al proprio marito e ai figli per ricomporre il nucleo familiare.