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Progetto

In Giordania la Caritas Ambrosiana
apre un ambulatorio per i profughi siriani

Il centro d'ascolto, realizzato ad Al Mafraq su richiesta della Caritas giordana, offre assistenza sanitaria a quei profughi che non hanno trovato accoglienza neppure nella vicina tendopoli dell'Onu. «La situazione è allarmante, ma grande è l'impegno di tutti i giordani e soprattutto della piccola comunità cattolica», come racconta don Roberto Davanzo, che ha visitato di persona la cittadina.

5 Maggio 2014

I più deboli fra i deboli. Sono i profughi siriani che non hanno trovato accoglienza neppure nelle tendopoli gestite dall’Onu in Giordania, e che non possono contare dunque su nessun tipo di assistenza sanitaria.

Per loro, Caritas Ambrosiana, accogliendo una precisa richiesta della Caritas giordana, ha contribuito ad aprire un centro d’ascolto provvisto di ambulatorio ad Al Mafraq, a dieci chilometri dal confine con la Siria, ospitato dalla locale parrocchia cattolica. «Una minoranza all’interno della piccolissima minoranza cristiana del Paese – come spiega il direttore della Caritas Ambrosiana, don Roberto Davanzo, che nei giorni scorsi si è recato proprio nella cittadina giordana -, e che tuttavia è assai attiva nell’aiutare i moltissimi profughi che ogni giorno fuggono dalla Siria sconvolta dalla guerra civile».

Il poliambulatorio, allestito in un prefabbricato di circa 80 metri quadri, cerca di dare una prima risposta ai bisogni più immediati dei rifugiati ad Al Mafraq che non hanno trovato ospitalità nel vicino campo dell’Onu – con particolare attenzione per donne, bambini e anziani -, offrendo assistenza medica e, soprattutto, redigendo cartelle cliniche per il successivo ricovero in strutture ospedaliere più idonee.

Una situazione allarmante, come ha potuto constatare personalmente il direttore della Caritas Ambrosiana. «Attualmente la Giordania ha già accolto nel suo territorio oltre un milione e trecentomila profughi provenienti dalla Siria, ai quali si aggiungono i cinquecentomila iracheni ancora presenti dagli anni della Guerra del Golfo. Una cifra enorme – sottolinea don Davanzo – se si considera che la Giordania conta appena sei milioni di abitanti e che è uno dei Paesi più poveri di acqua. Eppure le frontiere giordane continuano ad essere aperti per chi scappa dalla guerra…». (L.F.)