È stata di quasi 3.000 euro al mese la spesa delle famiglie milanesi nel 2010, il 2,8% in più rispetto alla media lombarda e il 21,4% in più rispetto al resto d’Italia. Questi i dati emersi dall’indagine della Camera di commercio di Milano e del Comune di Milano sui consumi 2010, rilevazione effettuata su 880 famiglie.
Rallenta la spesa per i beni alimentari, passata dai 422 euro del 2009 ai 403 euro attuali (-4,6%). Mentre salgono le spese per i consumi non-alimentari (+5,2%, da 2.448 euro a 2.574 euro). La voce “casa” è quella che incide maggiormente sul bilancio familiare, tra costi per l’abitazione e spese per luce e gas.
Crescono anche i consumi per il tempo libero, la cultura e i giochi (+4,1%), in particolare per l’aumento della spesa per televisori (presumibilmente legata ai Mondiali di calcio e al passaggio al digitale terrestre), insieme alle spese per pasti e consumazioni fuori casa (+7%) e per la cura degli animali domestici (+11,7%). «L’indagine che Camera di commercio di Milano e Comune realizzano, ormai giunta alla quinta edizione, offre non solo una fotografia dettagliata dell’andamento e della composizione dei consumi delle famiglie milanesi, ma costituisce anche uno strumento conoscitivo, utile per programmare interventi condivisi tra istituzioni, associazioni di categoria e consumatori – dichiara Renato Borghi, membro di giunta della Camera di commercio di Milano -. Uno strumento importante, soprattutto in questo momento di difficoltà, per le famiglie e per le imprese, che potrà incidere sulle abitudini di consumo dei prossimi mesi».
Dopo il forte calo dello scorso anno, recuperano anche le spese per alberghi e turismo (+13,2%). Ma permangono le differenze: in centro si spendono 1.200 euro in più che in periferia (3.931 rispetto a 2.795 euro), un dirigente spende quasi 2.500 euro in più di un operaio o di un pensionato, mentre le famiglie che hanno un reddito fino a 15 mila euro annui lo spendono praticamente tutto senza riuscire a risparmiare. Una famiglia milanese su 5 non è in grado di fronteggiare spese impreviste di 1.000 euro con risorse proprie, mentre al 16% è capitato nel corso dell’anno di dover essere sostenuta economicamente in momenti di difficoltà, soprattutto dai genitori, da altri parenti o amici, dai figli, ma anche dai suoceri.