Una realtà solidale e coesa. Nella nuova Comunità pastorale «Madonna della cintura» di Cusano Milanino c’è molta attenzione alle persone più deboli. Non solo verso le famiglie colpite dalla crisi economica e gli immigrati che arrivano in Italia, ma anche nei confronti della popolazione anziana e dei giovani, senza tralasciare i più piccoli. E le iniziative non mancano per venire incontro ai disagi e alle fatiche di tutti. A partire proprio dagli «over 65».
«Nel nostro territorio l’attenzione agli anziani è molto buona. La nostra parrocchia, per esempio, ha un suo gruppo di terza età che raduna, settimanalmente, con l’aiuto di don Luca Migliori, oltre cento persone», spiega don Andrea Ferrarotti, parroco di San Martino e l’Immacolata. Alle attività di formazione settimanale, si affiancano le iniziative di preghiera, ma anche una vera e propria attenzione a coltivare la solidarietà e il dialogo tra le persone: strumenti importanti per affrontare i problemi di questa fascia d’età. «Sappiamo che molti anziani hanno primariamente bisogno di uscire dalla solitudine, vero male per tante persone. In questo il gruppo degli anziani è davvero molto forte e permette di sperimentare davvero un clima di fraternità, di sostegno, di accompagnamento e di stima», aggiunge.
Un occhio di riguardo viene riservato poi al mondo dei giovani. Qui, come del resto accade anche in altre località dell’hinterland milanese, attrarre i ragazzi e motivarli a partecipare alla catechesi e all’oratorio non è semplice. «La pastorale giovanile sta vivendo, come in molte altre parrocchie, un momento di difficoltà. Lo sappiamo e non dobbiamo negarlo, anche il Consiglio pastorale ha dedicato l’ultima riunione proprio a questo tema. La sfida è nel cambiamento. Ecco perché abbiamo accolto molto favorevolmente la linea guida sulla Comunità educante che l’Arcivescovo ci ha consegnato e, con calma ma insieme con decisione, abbiamo iniziato a far nascere la Comunità educante per i bambini di seconda e terza elementare, che hanno appena iniziato il catechismo», sottolinea don Ferrarotti.
Un’esperienza e una prova di dialogo a tutto tondo, che cerca di coinvolgere tutti gli ambiti in cui i ragazzi trascorrono la loro giornata: dall’oratorio alle famiglie, fino agli allenatori della società sportiva. Senza tralasciare la scuola: tra poco, infatti, ci sarà anche il primo confronto con le maestre che vorranno aderire. «L’attenzione c’è. Speriamo, dunque, che la risolutezza e il forte desiderio di cambiamento ci aiutino ad educare i giovani ai valori della fede», precisa. Incontri con le famiglie, iniziative dedicate, momenti di preghiera, allenamenti sportivi in oratorio. Le attività dei ragazzi vedono anche una buona partecipazione degli immigrati, soprattutto quelli provenienti da Sud America. «Anche sotto questo aspetto l’integrazione è buona, in particolare quella dei ragazzi che sono inseriti nella scuola e che partecipano attivamente alle iniziative dell’oratorio», conclude don Ferrarotti.