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Il tempo della pazienza di Dio

Anniversario dedicazione chiesa parrocchiale, Rovello Porro, 28 - settembre 2023

28 Settembre 2023

1. Possiamo fare a meno di Dio.

Fin dall’inizio si insinua lo scetticismo. Dio ha promesso di salvarci: dov’è la salvezza? Dio ha promesso di venire presto per liberare il suo popolo: dov’è la liberazione? Dio non punisce i malvagi, gli oppressori, i delinquenti: allora significa che se anche fai del male non ne avrai conseguenze. Dio non premia i buoni: allora significa che non vale la pena di fare il bene. Dio non ascolta. Dio non fa.
Dio non c’è.
Ci sono uomini e donne che fanno a meno di Dio. Alcuni apprezzano quello che fanno i cristiani, ma non ne condividono le ragioni: va bene che vi dedicate ad aiutare i poveri, a educare i ragazzi, a visitare i malati. Va bene. Ma non ci interessa perché lo fate: ci interessa che continuare a farlo. Alcuni apprezzano la Chiesa, quello che la Chiesa fa e la presenza della Chiesa in paese, la bellezza del monumento e la sua storia, il suo restauro e la sua manutenzione: è bello che in paese ci sia una bella chiesa, che abbia un rilievo urbanistico significativo. Ma il perché ci sia una chiesa e che cosa avvenga in chiesa non interessa tanto.
Apprezzano la presenza della chiesa, ma possono fare a meno del motivo per cui c’è la Chiesa: accompagnare all’incontro con Gesù e con il suo vangelo.

 

2. Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.

I pensieri scettici, i luoghi comuni sprezzanti, la presunzione che si possa vivere facendo a meno di Dio possono fare rumore e diffondersi come ovvietà. Tuttavia si rivelano ingenui e precari: tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera, consumiamo i nostri anni come un soffio (Sal 89).
Tuttavia le domande rimangono e la speranza, la fiducia sono minacciate. Abbiamo qualche cosa da rispondere noi che professiamo la nostra fede? Vogliamo presentare al paese la chiesa, cara a tutti i cristiani e a tutti gli abitanti, siamo contenti dei lavori che ne hanno rinnovato la facciata e il contesto. Ma questo volto accogliente delle mura è capace di accogliere e incontrare anche le domande, i dubbi, i drammi, le delusioni della vita ordinaria?

In primo luogo noi accogliamo Gesù: il Dio in cui crediamo non è una idea astratta, una filosofia, una immagine inventata dalla fantasia degli uomini, ma si rivela in Gesù. Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Non siamo autorizzati a pretendere che Dio rientri nei nostri schemi e nelle nostre aspettative. Siamo chiamati ad accogliere Gesù, a imparare a conoscere Dio ascoltando la parola di Gesù, le sue confidenze che i Vangeli raccolgono.

In ascolto di Gesù, riconosciamo che Dio è il Padre misericordioso e che non ritarda nel compiere la sua promessa … egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Dio è misericordia e noi possiamo avere fiducia e le sue intenzioni verso di noi sono buone, vuole salvarci. Non pesa su di noi un destino enigmatico e minaccioso, non siamo incamminati per il nulla e la morte, ma verso la salvezza e la vita.

Il tempo che ci è adatto è propizio per la conversione. Abbiamo tempo per riconoscere la nostra verità. Il pentimento non è una umiliazione ma il percorso per riconoscere chi siamo, la nostra dignità e i nostri limiti. Ecco la sincerità. La tendenza a dare colpe a tutti, persino a Dio, eccetto che accogliere l’invito a conversione è una forma di difesa che impedisce alla nostra verità di venire alla luce. la nostra verità è buona, siamo amabili agli occhi di Dio e possiamo diventare santi.
Forse abbiamo paura di guardarci dentro e di visitare gli angoli oscuri del nostro passato, della nostra coscienza e questo ci trattiene nella mediocrità. Abbiamo tempo per la nostra verità.