Seconda lettera di san Pietro apostolo (2Pt 3,3-4.8-18)
Questo anzitutto dovete sapere: negli ultimi giorni si farà avanti gente che si inganna e inganna gli altri e che si lascia dominare dalle proprie passioni. Diranno: «Dov’è la sua venuta, che egli ha promesso? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi, tutto rimane come al principio della creazione».
Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta.
Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia.
Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza […]. Voi dunque, carissimi, siete stati avvertiti: state bene attenti a non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall’errore dei malvagi. Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell’eternità. Amen.
1. Il tempo della durata: ritardo? Pazienza? Grazia!
Il tempo ci ha logorato, stancato, convinti alla mediocrità? Il tempo ci ha stancato, ci ha spossato? Il tempo ci ha irrigiditi: l’inerzia rispetto al proprio carattere ci ha sclerotizzati nei nostri difetti, nel nostro personaggio, nelle nostre intolleranze o nelle nostre pigrizie, fragilità, mediocrità?
Il tempo si è rivelato amico del bene: siamo diventati migliori? Più esperti e competenti a proposito della vita di famiglia, di comunità, della fede in Dio? Più convinti di un rapporto con Gesù personale, amicale, decisivo per la vita?
«State ben attenti a non venir meno nella vostra fermezza […] crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore».
Il tempo è segnato dal calendario: si strappa ogni giorno oppure ogni mese una pagina. Ecco, è passato! Oppure ogni giorno, ogni mese è una grazia, un dono che lascia traccia, una storia di incontri che dà volto alla comunione dei santi.
La preghiera che ospita tutti, vivi e defunti, nella forma della intercessione.
2. Il tempo come ritmo
A quali condizioni il tempo non è solo un inarrestabile trascorrere che invecchia e logora, ma anche un pellegrinaggio, cioè aspettare e affrettare la venuta del giorno di Dio?
Il tempo diventa ritmo: cioè l’alternanza di azioni che danno qualità alla successione, alla durata. La Liturgia delle Ore dà alle ore del giorno quel ritmo che permette di trasfigurare la durata in lode, stupore, ringraziamento, supplica, protesta, dichiarazione di impotenza, cantico di esultanza.
I tempi dell’anno liturgico danno alle stagioni il ritmo che permette di entrare nei misteri della vita di Gesù con la comunità del popolo santo di Dio, riconoscendo le specifiche grazie inesauribili di ogni mistero.
Con quali parole dare voce alle ore del giorno e ai tempi dell’anno liturgico? Ci sono anche forme “popolari” che hanno dato un ritmo sapiente al tempo (le preghiere del mattino e della sera, l’Angelus, la benedizione della mensa, i segni del tempo liturgico, come per es. la corona dell’Avvento). Ogni cosa è esposta al rischio di ridursi ad adempimento ripetitivo, piuttosto che mantenere il tratto dell’incontro desiderato e benedetto.
Le parole dei Salmi e la struttura della Liturgia delle Ore propongono una preghiera “più difficile” eppure straordinariamente ricca di temi, sentimenti, lacrime, festa. I Salmi sono “parola di Dio” per parlare con Dio. Anche i Salmi sono esposti al rischio di diventare una lettura meccanica, distratta, irrilevante.
Il rimedio, almeno quello che io conosco, alla tentazione di ridurre a recitazione la celebrazione della Liturgia delle Ore e dei Salmi è questo: la predisposizione dell’animo, la lentezza, le pause, le parole che introducono, la sintonia spontanea quando una situazione trova nel salmo la parola adatta a farsi preghiera, la “regia” della celebrazione (cori, canti, alternanza assemblea / solista / coro, ecc).
3. Questo tempo: «Ecco ora il momento favorevole!»
Nel tempo che scorre e ritorna come in un’irrimediabile circolarità, si riconosce un tempo propizio, un’occasione, un kairòs. Il kairòs è una sorta di sorpresa o interruzione dello scorrere del tempo perché nel tempo sia ospitata un’annunciazione, una vocazione, un evento che segna una svolta.
L’anno liturgico caratterizza alcuni tempi come occasione: la celebrazione dei grandi misteri (Incarnazione, Pasqua, Pentecoste), la celebrazione della “Pasqua settimanale”, la domenica, le memorie e feste dei santi, di alcuni in particolare per una sorta di amicizia speciale.
Ci sono poi i fatti sorprendenti, sconcertanti, esaltanti che sono presenti nella vita di ciascuno in forme diverse (eventi familiari gioiosi o dolorosi, momenti particolarmente significativi nella vita della comunità, fatti particolarmente destabilizzanti nella vita di una persona: una malattia, un cambiamento di responsabilità sul lavoro, un trasloco, ecc.).
Gli eventi possono essere subiti come una disgrazia o come una fortuna. Per i credenti sono annunciazioni: cioè, ogni evento può essere vissuto come tempo opportuno per rispondere in modo nuovo e forse imprevedibile alla vocazione ad amare, alla chiamata a conversione.
A quali condizioni si può dire: ecco ora il momento favorevole? Quali atteggiamenti spirituali? Quale libertà interiore? Quale sguardo sul futuro? Quali aspettative e quale discernimento per un pellegrinaggio verso il Signore, in comunione con tutto il popolo di Dio?

