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30 maggio

I migranti sono una grande forza evangelizzatrice

Le famiglie immigrate vivono spesso la separazione, ma per tanti l’aiuto viene dalla centralità della fede. Alcune testimonianze...

31 Maggio 2012
Panoramica della sala

La famiglia migrante è una straordinaria forza evangelizzatrice. Questo hanno sostenuto monsignor Gilbert Garcera vescovo di Daet, nelle Filippine, il principale esportatore di manodopera del pianeta; e monsignor Nicholas Di Marzio, vescovo di Brooklyn negli Stati Uniti, che con i suoi 35 milioni di cittadini nati all’estero, è il paese con il maggior numero di immigrati. A fare da controcanto ai due prelati le storie parallele di due famiglie immigrate a Milano.

«Prove empiriche dimostrano che la prolungata assenza dei genitori ha ripercussioni sullo sviluppo personale dei bambini. Inoltre la migrazione è spesso una causa di divorzi», ha sottolineato monsignor Garcera. Secondo il vescovo filippino, non si possono però nascondere gli indubbi benefici. «Le famiglie che hanno parenti all’estero migliorano le loro condizioni di vita, mandano i figli a scuola, ristrutturano le case». Inoltre, non va sottovalutato il grande contributo che, sul piano della fede, con la loro religiosità, i migranti filippini portano in paesi spesso non cristiani, ha rimarcato Il vescovo Garcera.

Sul grande contributo alla fede dato dalle famiglie immigrate, si è soffermato anche il vescovo di Brooklyn, Di Marzio. «Per le dure condizioni di lavoro molti immigrati non possono partecipare alla Messa domenicale. E tuttavia molti riescono a trovare le forze e il tempo per farlo. La celebrazione euristica domenicale nella mia diocesi coinvolge 250 mila persone, più della metà di loro sono immigrati».

«Oggi noi viviamo a Milano, io e mia moglie lavoriamo e i miei figli vanno a scuola. Ma dobbiamo ancora lottare contro molte barriere», ha sottolineato Fernando Gomez, 40 anni, filippino, che solo sei anni fa è riuscito a ricongiungersi con la moglie e i figli. «Ricostruire una famiglia e iniziare una nuova vita in una società con una cultura diversa non è stato facile», gli ha fatto eco Felix Alberto Juarez, che dopo avere trovato una certa sicurezza economica è riuscito a portare a Milano la moglie e i suoi tre figli dal Perù.