Una nuova progettualità sociale ma anche maggior determinazione individuale per battere il senso di destino che incombe sulle giovani generazioni e trasformarlo in un progetto di vita. Agli adulti è chiesto di essere – come genitori, religiosi, politici, professionisti – pastori che guidano. Ai giovani di avere il coraggio di costruirsi una storia diversa da quella dei genitori.
Questo il senso del convegno satellite per il VII incontro mondiale delle famiglie del Congresso internazionale teologico pastorale organizzato a Bergamo presso il centro Congressi Giovanni XXIII e dedicato al tema “Progetto di vita dei giovani e futuro del lavoro” con mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso e Moiano e Giuseppe De Rita sociologo e presidente del Censis, Centro studi investimenti sociali. Il convegno, coordinato da Nando Pagnoncelli presidente e amministratore delegato di Ipsos, è stato aperto dal saluto del vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi che ha dato il benvenuto ai convegnisti provenienti da tutto il mondo ricordando la figura del beato Giovanni XXIII e la centralità della famiglia nell’esperienza cristiana e umana augurando a tutti di vivere con speranza queste giornate in comunione con la Chiesa universale e con il papa Benedetto XVI.
Giulio Boscagli, assessore alla Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale della Lombardia ha portato il saluto e il sostegno della Regione e ricordato quanto è stato fatto dalla politica in questi anni: la legge 23 che finanziato migliaia di progetti di associazioni familiari, il Fondo Nasco per mamme in difficoltà al quale hanno aderito 2500 donne permettendo la nascita di 1350 bambini, il miglior raccordo tra mondo del lavoro e impresa riformando formazione professionale e apprendistato.
Il sindaco di Bergamo Franco Tentorio, insieme all’assessore alle politiche sociali Leonio Callioni ha portato il saluto della città, sottolineando il valore della famiglia così come intesa dall’art. 29 della Costituzione. «Bergamo – ha concluso il sindaco – ha scelto di essere città della famiglia, tutti gli assessorati lavorano nella stessa direzione».
Quale futuro per i giovani? Secondo Nando Pagnoncelli, fra disoccupazione giovanile oltre il 30% e 22,1% di ragazzi che né studiano né lavorano «la net generation rischia di diventare la neet generation”. La demografia gioca contro, ma secondo lo Iard per l’86,55% dei giovani la famiglia è importante e per la fondazione Toniolo oltre il 60% dei giovani ne sogna una propria.
Il vescovo Bregantini, che da giovane ha lavorato in campagna e in fabbrica a Marghera, ha ricordato tutti i caduti sul lavoro, ha esortato a difendere la domenica come tempo di umanizzazione e, a proposito dell’art. 18, ha sottolineato che la crisi «si risolve facendo entrare nel lavoro, non buttando fuori» .
Dal punto di vista ecclesiale ha invitato i credenti a farsi pastori per guidare nuovi processi sociali e incoraggiare le giovani generazioni a costruirsi un futuro oltre la precarietà che da dimensione del lavoro diventa minaccia interiore alla propria dignità di persona. «Che il sogno diventi segno», ha concluso richiamando l’esperienza di Gesù a Nazareth.
Il presidente del Censis Giuseppe De Rita ha sostenuto con forza la necessità che i giovani riprendano coraggio e determinazione, ritrovando una spinta a una soggettività sana, lontana dal soggettivismo etico, ma anche dal ripiegamento su di sé.
Un video sulle scelte dei giovani e tre testimonianze di un neolaureato-barista, di una coppia di sposini e di un neo papà hanno completato gl interventi. Poi, per i 600 partecipanti, una serata di festa in Città Alta con uno spettacolo in piazza Vecchia del gruppo Aeper.