Alle 16.30 di oggi, secondo quanto stabilito dalla Congregazione generale dei Cardinali, ha avuto luogo l’ingresso in Conclave per l’elezione del nuovo Romano Pontefice, come previsto dall’Ordo Rituum Conclavis.
Dalla Cappella Paolina del palazzo apostolico, preceduti dalla Croce e seguiti dal libro dei Vangeli, al canto delle Litanie dei Santi, i 115 cardinali elettori si sono diretti in processione alla Cappella Sistina dove, dopo il Canto del Veni Creator, hanno pronunciato il giuramento prescritto al n. 51 della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, emanata da Giovanni Paolo II nel 1996.
La Croce con i candelieri avanti, i cantori della Cappella Sistina che intonano canti sacri, poi alcuni prelati, il segretario del Conclave, il cardinale Grech, al quale è affidata la meditazione: questo l’inizio della processione, cui hanno partecipato tutti i cardinali in ordine inverso alla precedenza (prima i Diaconi, poi i Presbiteri e da ultimo i Vescovi). A chiudere la processione il cardinale Re, il cardinale primo in ordine di precedenza, che presiede l’assemblea, accompagnato dal Maestro delle Cerimonie, monsignor Marini.
Il giuramento
«Noi tutti e singoli cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice – recita il testo del giuramento, pronunciato in latino dai cardinali tutti insieme – promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo I, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che avviene nel luogo dell’elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di ogni ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell’elezione del Romano Pontefice».
La meditazione e l’«extra omnes»
All’arrivo in Sistina, dopo la lunga formula introduttiva in latino pronunciata insieme al cardinale Re, i singoli cardinali, secondo l’ordine di precedenza, hanno raggiunto il leggio collocato al centro della Cappella Sistina e su cui è stato collocato l’Evangeliario aperto, e mettendo la mano sul Vangelo hanno pronunciato il proprio nome e la formula di adesione al giuramento.
Subito dopo, tutti, a eccezione dei cardinali elettori, del cardinale Grech addetto alla meditazione e del Maestro delle Cerimonie, sono usciti dalla Sistina. È il momento dell’«extra omnes», intimato dal Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie alle 17.30 in punto. A quel punto padre Grech terrà ai cardinali elettori la seconda delle meditazioni prevista dall’Universi Dominici Gregis: a tenere l’altra, subito prima delle Congregazioni generali, era stato il predicatore della Casa pontificia, padre Cantalamessa.
Dopo la meditazione, padre Grech e monsignor Marini lasceranno la Sistina e il cardinale Re sottoporrà ai cardinali – come prevede la Costituzione – la questione «se si possa procedere a iniziare le operazioni dell’elezione, o se occorra ancora chiarire dubbi circa le norme e le modalità» stabilite da Giovanni Paolo II e integrate dal Motu Proprio di Benedetto XVI. Se la maggioranza degli elettori deciderà di sì, già questo pomeriggio si potrebbe avere il primo scrutinio per l’elezione del nuovo Papa. La prima giornata di Conclave si concluderà con i Vespri, prima del ritorno dei cardinali nella Casa Santa Marta.