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21 dicembre

Hospice Palazzolo, rispetto della persona
anche al crepuscolo della vita

L’Arcivescovo si recherà nella struttura che fa parte della Fondazione Don Gnocchi, celebrerà la Messa e visiterà il reparto che assiste malati terminali. Ne parla il presidente monsignor Angelo Bazzari

di Annamaria BRACCINI

14 Dicembre 2014

«Sono molto felice che il cardinale Scola, ogni anno da quando è Arcivescovo di Milano, continui la lunga e gloriosa tradizione dei suoi predecessori visitando l’Istituto Palazzolo e presiedendovi l’Eucaristia nella domenica precedente il Natale. La ragione di tale specifica attenzione credo sia legata alle scelte pastorali che egli sta operando e che anche nell’ultimo Discorso alla Città ha evidenziato, sottolineando la cura privilegiata che la Chiesa di Milano vuole assicurare ai più fragili e agli emarginati». È ciò che monsignor Angelo Bazzari, presidente della Fondazione Don Carlo Gnocchi, di cui dal 1998 fa parte l’Istituto Palazzolo, dice riflettendo sulla visita del Cardinale, che sarà nella grande struttura milanese domenica 21 dicembre alle 10.

«In questo contesto – continua monsignor Bazzari -, dopo la Messa celebrata per tutti i nostri ospiti, l’Arcivescovo si reca in uno dei reparti: quest’anno, abbiamo scelto l’Hospice che, al Palazzolo, è attivo dal 2013 con dieci posti letto e che completa un disegno comprendente altre due strutture simili; una a Monza e una a Marina di Massa».

D’altra parte, basta guardare i “numeri” delle tre realtà, che offrono assistenza ai malati terminali (al Palazzolo anche non oncologici), secondo modalità di non pura ospedalizzazione, ma ospitando i familiari e garantendo cure palliative domiciliari, per capire quanto queste strutture siano importanti: da gennaio a novembre 2014, infatti, nei tre hospices sono transitati 482 pazienti con età media oltre i 75 anni. Considerando poi che, trattandosi di malati terminali, l’esito della degenza è quasi sempre il decesso (per l’Hospice Palazzolo-Don Gnocchi, nel 95% dei 104 pazienti negli ultimi undici mesi), è chiara l’attenzione integrale che occorre avere verso le persone. Non a caso le équipes operative sono composte da medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali e l’assistente spirituale, cui si affiancano volontari appositamente formati.

Anche per questo per la visita è stato scelto l’Hospice?
Certamente. Riteniamo che la natura stessa dell’Hospice, che coinvolgenon solo il malato, ma tutta una rete parentale e assistenziale, dimostri concretamente la positività di queste articolazioni, sancita dalle Leggi 38 e 39. Su tali frontiere tra vita e morte, tra ospedale e territorio – mentre tanto si discute a livello culturale sul fine-vita – si tratta di garantire quotidianamente il rispetto della persona umana.

Durante l’incontro l’Arcivescovo scambia un augurio natalizio con il personale e i volontari, dopo la breve illustrazione, tenuta da lei, sull’andamento annuale della Fondazione. Cosa dirà al Cardinale?
Più che un bilancio, sarà un approfondimento delle linee orientative che ci guidano. Insisterò sulle riforme strutturali e funzionali che abbiamo realizzato e che hanno portato il Palazzolo a formare un unico Presidio territoriale insieme al Centro Irccs Santa Maria Nascente, al Centro Peppino Vismara e al Centro Multiservizi di Legnano. Presidio che è uno dei nove diffusi in nove regioni, attraverso cui, oggi, la Fondazione svolge le proprie attività con 28 strutture e una trentina di ambulatori.