Essere vicini alle famiglie colpite dal terremoto. Questo l’obiettivo del gemellaggio tra la parrocchia di Civate (Lecco) e quella di San Benedetto Gonzaga (Mantova). Un’idea nata durante la veglia del VII Incontro mondiale delle Famiglie che si è svolta a Bresso il 2 giugno scorso. «Il Papa ha chiesto di prendersi cura delle famiglie coinvolte da questa grave calamità. Ha suggerito alle parrocchie di farsi carico di altre parrocchie. E così diverse persone della nostra comunità hanno espresso il desiderio di dare un aiuto concreto e di mettersi a disposizione per una delle realtà che sono state coinvolte dal sisma», spiega don Gianni De Micheli, parroco di Civate. Da qui la richiesta a monsignor Busti, vescovo di Mantova, che è stato parroco a Lecco per diversi anni. «Abbiamo pensato subito di chiedere a lui, perché lo conosciamo da tempo. Ci ha affidato ufficialmente la parrocchia di San Benedetto Gonzaga come sostegno fraterno», aggiunge don Gianni. Un’assemblea della comunità ha dato poi il via libera definitivo a qualunque iniziativa utile. E da qui è iniziato il gemellaggio.
Essere presenti in un territorio colpito dal terremoto, in cui la popolazione è stata duramente provata, ma di cui poco si parla sui giornali e alla televisione. Un’occasione per mettere subito in pratica solidarietà e spirito di servizio di cui tanto si è parlato durante Family 2012. Un modo, inoltre, per dare testimonianza di quello che è davvero per i credenti essere famiglia: aiutarsi nel momento della difficoltà, mettere a disposizione del prossimo quello che si ha, sostenersi durante la prova, vivere insieme la carità. Aiuto economico, prestiti d’onore, ospitalità ai ragazzi al centro estivo, accoglienza delle famiglie che hanno bisogno di un posto dove andare. Ma anche solo essere vicini con una parola di conforto o un sorriso. Tante le modalità con cui potrà concretizzarsi questo impegno. «Abbiamo dato una disponibilità a 360 gradi. Come poi questo si realizzerà nei fatti non è ancora stato deciso, siamo pronti a vivere il nostro impegno secondo le loro esigenze e i loro bisogni», precisa.
Un momento significativo è stata la riunione tenutasi domenica 1° luglio, dopo la Messa delle 9.30, celebrata dal vescovo di Mantova per inaugurare parte della tensostruttura in cui si è svolta la Veglia dell’Incontro delle famiglie e che è stata donata da Bresso a questa piccola comunità della provincia di Mantova. Per l’occasione si sono recati a San Benedetto Gonzaga alcuni membri del consiglio pastorale e della comunità di Civate. E così la preghiera e l’ascolto, che già sono diventati più intensi nelle ultime settimane, si sono tradotti in gesti concreti.
Aiuto ai terremotati anche da Milano. La parrocchia della Santissima Trinità ha donato 2.500 euro alla Diocesi di Mantova. Parte dell’offerta è arrivata dai ragazzi che quest’anno hanno fatto la prima Comunione e la Cresima. «Conoscevo monsignor Busti da quando era decano a Lecco, mentre io ero parroco a Civate. Così abbiamo pensato di dare loro un aiuto concreto in questo momento di difficoltà», racconta il parroco don Mario Longo. Un segno di solidarietà per le persone che stanno affrontando una grave emergenza. Un esempio concreto di carità. «Abbiamo chiesto anche se c’è una parrocchia intitolata alla Trinità come la nostra, a cui fare un’offerta diretta. Stiamo ancora aspettando risposta, ma confermiamo la nostra disponibilità», aggiunge don Longo.
I ragazzi hanno donato in tutto 1.500 euro. Mentre gli altri mille sono stati raccolti durante la processione mariana del 31 maggio, che si è svolta nel quartiere Paolo Sarpi. «Hanno partecipato tutte le famiglie del Decanato Sempione. Dato poi il giorno, proprio nel pieno del VII Incontro mondiale delle Famiglie, hanno potuto prendere parte alla raccolta anche le famiglie, circa 300, che venivano da fuori ed erano ospitate nella nostra zona», precisa il parroco. L’iniziativa proposta ha avuto nome di “Fiamma di solidarietà” e ha riscontrato un buon successo. «Durante la processione abbiamo pregato per le famiglie che si trovano in difficoltà in quei territori. È stato un modo per essere loro vicino sia spiritualmente sia economicamente nel momento del bisogno. Certo, avremmo potuto raccogliere di più, ma già questo mi sembra comunque un segno importante».