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Milano

«Da cristiani contribuiamo
a un nuovo umanesimo»

L’omelia dell’Arcivescovo nel Pontificale che ha aperto l’anno pastorale, caratterizzato dall’impegno educativo (sull’esempio di Montini, prossimo beato) e dall’attenzione all’Expo, su cui a Sant’Ambrogio sarà diffusa una Nota pastorale

di Stefania CECCHETTI

8 Settembre 2014

È stata un’omelia decisamente mariana, quella con cui il cardinale Angelo Scola ha aperto l’anno pastorale. Del resto non poteva essere diversamente, nella festa di Maria Nascente, patrona della Cattedrale, che per tradizione segna l’inizio dell’attività diocesana.

Dalla madre di Gesù l’Arcivescovo ha preso le mosse nel tracciare i compiti che attendono la Chiesa ambrosiana. Maria, che la prima Lettura di oggi, composta da versetti del Cantico dei Cantici e del Siracide, definisce «Madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza, in me ogni dono di vita e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù». Ha sottolineato l’Arcivescovo: «Sono queste dimensioni irrinunciabili di quel “nuovo umanesimo” così necessario alla nostra società plurale».

Innanzi tutto in vista di Expo 2015, occasione nella quale, secondo Scola, i cristiani non possono non riconoscere la mano provvidente del Padre: «Il convenire a Milano di centinaia di migliaia di donne e uomini, provenienti da quasi tutti i Paesi del mondo, per riflettere sul tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, muove la nostra libertà a prendere sul serio la proposta pastorale “Il campo è il mondo” per percorrere, da testimoni, tutte le vie calcate dall’uomo di oggi. I cristiani, vivendo in pienezza la loro appartenenza a Cristo intendono offrire il loro contributo all’edificazione del nuovo umanesimo in Milano e nelle terre lombarde, vivendo e proponendo, come ancora ci ricorda San Paolo, “una vita per la giustizia”».

Naturalmente, il concetto di “nuovo umanesimo” va ben oltre il tema della nutrizione materiale e spirituale al centro dell’Expo: «Siamo spinti – ha precisato il cardinale Scola – ad affrontare il rapporto tra cultura e culture e quello del dono della nostra fede cristiana considerata in se stessa ed in relazione ad ogni religione o mondovisione. L’europeo di oggi ha bisogno di un centro solido a partire dal quale interloquire con le molte forme di manifestazione culturale e religiosa presenti nelle nostre realtà. È un compito prezioso proprio di quell’educazione alla vita buona che deve mobilitare tutti i fedeli e, in modo decisivo, i laici». Per questo, ha annunciato il cardinale, verrà dedicata al “nuovo umanesimo” una seconda Nota Pastorale (dopo «La comunità educante», uscita lo scorso giugno), in occasione della solennità di Sant’Ambrogio.

La proposta cristiana di un nuovo umanesimo e di una sana pluralità, non può prescindere da un solido metodo educativo: «Si tratta di far fiorire in ogni persona e in ogni comunità quella vita che ci permette di “camminare non secondo la carne ma secondo lo Spirito”», ha detto l’Arcivescovo citando l’epistola ai Romani, seconda Lettura della liturgia odierna. In questo senso, ha proseguito, «la proposta pastorale “Alla scoperta del Dio vicino” resta decisiva per la risposta della nostra libertà all’iniziativa amante di Gesù e, di conseguenza, per la suscitazione di comunità di cristiani spalancate a 360°».

Comunità educante per eccellenza è il Seminario e la comunità di formazione per il diaconato permanente. Realtà in festa, oggi, per i candidati al diaconato e al presbiterato presenti alla celebrazione. La festività di Maria Nascente è infatti, di consuetudine, anche l’occasione per celebrare il rito di ammissione agli Ordini sacri. Durante il saluto rivolto ai candidati Scola ha detto: «Hanno compiuto un cammino educativo che, con il gesto pubblico che fra poco compiremo, entra nella sua fase decisiva. Non è possibile accogliere un ministero nella Chiesa – nessuno si invia da sé, tutti siamo presi a servizio – senza la disponibilità cordiale e permanente a lasciarsi educare».

L’insistenza dell’arcivescovo Scola sui temi educativi è più che mai attuale nell’anno pastorale della beatificazione di Paolo VI, il cui percorso cristiano e sacerdotale, dalla sua attività di assistente della FUCI fino al pontificato, «indica una totale disponibilità a lasciarsi educare e condurre “in nomine Domini”», ha ricordato Scola.

Infine, il cardinale è tornato a rivolgersi alla Madonna alla fine della celebrazione, quando ha chiesto a tutti i fedeli di pregare ogni sera per chiedere a Maria di proteggere il mondo in questo momento così difficile dal punto di vista geopolitico internazionale, così come per la situazione sociale, economica, politica, culturale del nostro Paese: «La pace dobbiamo chiederla e invocarla con molta forza», ha ricordato a tutti. Così come ha invitato a non cedere al pessimismo ma a darsi da fare: «Invitiamo i laici a trovare, a suggerire spazi e possibilità di riflessione e di impegno». E ancora: «Vi invito a non soccombere alle difficoltà della ricerca del lavoro, della perdita del lavoro». Temi che verranno approfonditi questo pomeriggio in maniera pubblica, attraverso una riflessione sul Fondo famiglia-lavoro presso la sala convegni Cariplo, in via Romagnosi.

Al termine della celebrazione, l’Arcivescovo ha riservato parole di cordoglio per i familiari delle suore missionarie uccise nella notte in Burundi, una delle quali originaria di Desio.

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