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19 giugno

Cuasso al Piano, un’anima sola
tra il monte e il lago

Messa del cardinale Scola nella zona del Ceresio, al confine con la Svizzera. «Siamo quattro parrocchie, ma abbiamo un unico cuore», spiega il parroco, il canonico Nicolò Vittorio Casoni

di Cristina CONTI

18 Giugno 2016

Domenica 19 giugno il cardinale Angelo Scola si recherà a Cuasso al Piano (Varese), dove alle 10.30 celebrerà la Santa Messa nella parrocchia di Sant’Antonio Abate (piazza parrocchiale 2). Al termine della celebrazione ci sarà il pranzo con i sacerdoti del Decanato Valceresio.

«Avevamo invitato l’Arcivescovo per consacrare una chiesa mai consacrata – spiega il canonico Nicolò Vittorio Casoni, parroco di Sant’Ambrogio, Sant’Antonio Abate, Santi Giuseppe e Anna (a Cuasso al Monte) e Santa Maria Nascente (a Brusimpiano) -. Purtroppo adesso non si può fare, perciò la sua sarà soprattutto la visita a una periferia fisica. Siamo infatti quattro parrocchie all’estrema periferia della diocesi, non siamo né comunità, né unità pastorale, ma abbiamo un cuore solo e un’anima sola. Questo incontro è un’occasione per sentire il Pastore a noi vicino».

Ci presenta la vostra realtà?
Il nostro territorio va dal lago alla montagna: da Brusimpiano sul Ceresio (il Lago di Lugano) a Cuasso in Valceresio. In totale si contano circa 4.500 abitanti. Non c’è il forte dramma degli immigrati, ma una forte connotazione frontaliera. Le nostre parrocchie sono molto vivaci. Teniamo tantissimo alle Sante Quarantore, un’adorazione continua in cui si alternano, anche durante la notte, gruppi diversi in preghiera. La parrocchia di Cuasso al Monte ha un piccolo santuario dedicato alla Beata Vergine di Caravaggio. Come sacerdoti, oltre a me c’è un sacerdote residente con incarichi pastorali, don Igino Tozzo, mentre all’ospedale di Cuasso è arrivato da poco come cappellano don Adolfo Volonteri, che prima era al San Raffaele. Abbiamo avuto anche il dono di due seminaristi che provengono dal nostro territorio: uno ha appena finito il terzo anno di teologia, l’altro sta per iniziare il primo: non escludiamo che possano essercene altri in futuro.

I ragazzi sono molto presenti?
L’oratorio estivo è molto frequentato: sono presenti 200 ragazzi, 110 dei quali si fermano anche a mangiare: per la nostra realtà sono numeri alti. Ci sono poi proposte tutto l’anno. La Pastorale giovanile si svolge in collaborazione tra le diverse parrocchie, con iniziative come il coro e le attività per adolescenti e giovani, e in collaborazione con il Decanato. Normalmente la partecipazione è buona anche durante il corso dell’anno. Abbiamo attività anche la domenica pomeriggio: c’è un gruppetto di ragazzi sempre fedeli alle iniziative, mentre in estate vengono tutti.

E gli anziani?
C’è una bella presenza. Alcuni sono anche molto longevi: due o tre hanno infatti già superato i cento anni. Il Movimento per la Terza Età organizza numerose attività. Mentre i ministri straordinari dell’Eucaristia e i sacerdoti fanno visite periodiche a cui prendono parte spesso adolescenti e preadolescenti.

La crisi economica si è sentita molto da voi?
In passato c’era molta povertà per l’assenza di aziende e fabbriche. Oggi, anche se non ci sono stati casi estremi, abbiamo avuto persone che hanno perso e poi anche ritrovato il lavoro. In Svizzera è più facile rimanere a casa che qui in Italia. L’immigrazione da noi è presente in modo marginale, abbiamo solo qualche badante e due famiglie musulmane. Alcuni immigrati sono stati ospitati in paesi limitrofi al nostro: qui non ci sono strutture adeguate.

Come vi siete preparati per la visita dell’Arcivescovo?
Abbiamo riletto la Lettera pastorale e abbiamo cercato di ricentrare con la preghiera e con gesti di carità la nostra vita sul pensiero di Cristo.

Cosa vi aspettate dall’incontro di domenica?
Che il Cardinale ci dia una buona parola a proposito di una difficoltà che spesso sentiamo nella vita quotidiana della nostra comunità: la fatica del rinnovo della fede in un contesto secolarizzato. Qui da noi, poi, a causa della vicinanza con la Svizzera, c’è una mentalità molto legata al soldo e al lavoro. Speriamo che l’Arcivescovo possa darci una parola autorevole anche su questo tema.