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di don Mario Antonelli

Cosa ha da imparare la Chiesa italiana da quella brasiliana e cosa pu� dare?

5 Novembre 2010

Le domande quasi tramortiscono Cosa ha da imparare la Chiesa italiana da quella brasiliana? Cosa può ricevere sotto il profilo liturgico, organizzativo, missionario? E cosa può dare? Come ‘riaccendere’ lo scambio fra le Chiese perché diventi fecondo per tutte?
Conviene chiedere lumi: del resto, cinque anni in Brasile consentono una lettura circostanziata, capace di raccogliere una memoria tanto ricca quanto complessa, solerte nel provocare riflessioni e schiudere cammini degni della Chiesa del Signore? […] L’osservatorio di un teologo “fidei donum” è mobile: nelle aule dell’Instituto Regional de Formação Presbiteral si intravvede il profilo di giovani che domani potrebbero guidare le Chiese brasiliane; tra la biblioteca dell’Instituto e passaggi in altre diocesi si oscilla tra la felice sorpresa e l’amaro sconcerto per la pluralità di figure di Chiesa che oggi caratterizza il Brasile; tra la casa e gli affetti del villaggio del km 7 e la presenza in comunità e parrocchie della diocesi di Castanhal, vedo snodarsi, quasi in miniatura, il cammino della Chiesa intera, nell’incanto responsabile della sua cattolicità. Ma devo chiedere lumi, davvero: sento che loro, dall’alto, vedono meglio. […] Dom Helder Camara e Giuseppe Lazzati, cent’anni festeggiati in cielo ancora osando quella profezia evangelica e quella sapienza pura e pacifica che le Chiese, in Brasile come in Italia, attendono come pane quotidiano.

Cosa ha da imparare la Chiesa italiana da quella brasiliana e cosa pu� dare? //www.chiesadimilano.it/or/ADMI/esy/objects/docs/2628635/brasile_articoloantonelli_2010.pdf