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Come vedo Milano? Come vedete Milano?

Incontro con il Corpo Consolare in Milano, Milano, Museo Diocesano - 6 giugno 2025

6 Giugno 2025

Sono grato per questo incontro e do il mio benvenuto. Sono fiero di essere in una città in cui è presente un numero così importante di consoli; forse la seconda città del mondo per numero di consoli, dopo New York.

La presenza di consoli e consolati che rappresentano tanti Paesi esprime la vocazione di Milano ad essere luogo di incontro, di cultura, di affari. I cittadini di molti paesi vivono in Milano per molte diverse ragioni. La città è così ricca del contributo di tanti cittadini di molti Paesi. Il contributo dei consolati per far conoscere la cultura dei diversi Paesi arricchisce tutta la città. Il contributo dei consolati per promuovere i rapporti commerciali tra tanti Paesi è per molte aziende una condizione favorevole alla promozione del made in Italy. L’assistenza che i consolati assicurano ai cittadini dei loro Paesi è un contributo importante per la sicurezza e la serenità della convivenza civile. Il fenomeno delle migrazioni ha cambiato il volto di Milano e di alcuni quartieri di Milano in modo particolare.

Questo incontro può essere un’occasione per la conoscenza reciproca. Io desidero condividere con voi alcune riflessioni sulla città. Sarebbe però molto utile che io potessi ascoltare il vostro punto di vista sulla città. Il punto di vista di chi non è milanese, ma vive a Milano, può rendere più profonda l’interpretazione della città.

Come Vescovo della Chiesa Cattolica ho visitato tutte le comunità cattoliche di Milano. La presenza della Chiesa Cattolica in città è molto capillare, come si può costatare dal numero delle chiese per il culto cattolico e delle istituzioni per le attività delle Parrocchie e delle comunità. In queste visite sono stato impressionato dall’immenso impegno di molti per animare la vita culturale, per promuovere forme di solidarietà per aiutare persone fragili, disabili, minori italiani, minori stranieri, persone sole, famiglie in difficoltà, poveri.

La molteplicità delle provenienze ha suggerito d’immaginare il futuro della Chiesa Cattolica con il titolo di “Chiesa dalle genti”: tutti i cattolici del mondo, da qualsiasi Paese vengano, sono parte di un’unica Chiesa e contribuiscono tutti a rendere bella e vivace le comunità. Questo sogno della “Chiesa dalle genti” incontra molte difficoltà, ma io penso che sia un percorso necessario. In ogni caso la Chiesa ha la missione di far conoscere Gesù, perché Gesù possa offrire salvezza a tutti.

Dopo la visita alle comunità cattoliche della città ho scritto un messaggio intitolato Sette lettere per Milano. Ho pensato di mettere in evidenza sette caratteristiche di Milano. Sarebbe molto utile per me una vostra valutazione su questi aspetti.

Milano è la città dei flussi. Molte persone ogni giorno vengono in città per lavoro e lasciano la città per raggiungere la famiglia. Nasce la domanda: come si può formare una comunità? A quale gruppo umano sentono di appartenere coloro che vanno e vengono, passano in città molta parte del loro tempo, ma non abitano in città?

Milano è la città di molte ricchezze, di molte persone ricche. Ma i poveri sono sempre più poveri. Come si può reagire alla tendenza alla crescita delle diseguaglianze economiche?

Milano è la città della solidarietà: ci sono moltissime associazioni di volontariato che si fanno carico di molti bisogni. Le associazioni sono spesso composte da persone anziane. Come potrà avere un futuro la solidarietà?

Milano è una città di molte ferite psicologiche e relazionali. Come si può curare le ferite ed aiutare le persone a non lasciarsi vincere dal risentimento e della rabbia?

Milano è la città dell’audacia del pensiero: arte, storia, religione, scienza, tecnologia offrono strumenti per interpretare il passato ed il presente, ed immaginare il futuro di Milano. Come possono le diverse discipline di studio e di ricerca convergere per un’interpretazione condivisa della vocazione dell’umanità ed una motivazione all’impegno per il bene comune?

Milano è la città della solitudine. Molte persone vivono sole. Com’è possibile creare rapporti che favoriscano la conoscenza e l’aiuto reciproco?

Milano è una città disperata: non ha una speranza che renda desiderabile il futuro. Come si può offrire ragioni per la speranza?

Ecco: abbiamo molte domande. Possiamo immaginare di cercare insieme qualche risposta?