L’aurora, la fanciulla dalle dita di rosa, accarezza le ore degli inizi. E decide di colori e grigiori a seconda delle stagioni. Nella città degli orari precisi e indiscutibili, l’aurora, la fanciulla dalle dita di rosa, gioca con le nuvole ed il sole per segnare la gioia e le lacrime, i sospiri e i malumori, l’ardore e la svogliatezza, insomma gli inizi del giorno. Ma come si sveglia Milano?
Ci sono di quelli che non si svegliano. Piuttosto, come si dice, li tirano giù dal letto.
Sono quelli che sono tirati giù dal letto dal 6,23 come si chiama il treno da non perdere. Che sia notte o che già l’aurora dalle dita di rosa colori il cielo, il 6,23 passa con il suo nome bizzarro e con la sua indifferenza spietata. Il 6,23 tira giù dal letto un corteo di pendolari: si cercano un posto per continuare a sonnecchiare per essere all’altezza delle prestazioni che il lavoro richiede.
Sono quelli che sono tirati giù dal letto dall’impazienza del cane che imprigionato nell’appartamento rivendica il suo diritto per un’ora d’aria e per i suoi bisogni. Dappertutto si vedono milanesi trascinati dal cane: camminano senza andare da nessuna parte, sono pensosi e distratti come abitassero ancora i sogni della notte.
Ma l’aurora, la fanciulla dalle dita di rosa, sveglia Milano con il vagito ed il pianto o il riso dei bambini che chiamano la mamma e si aspettano coccole e sorrisi. Così l’aurora sveglia Milano: già il risveglio è una relazione, non solo una disciplina; già il risveglio è una professione di fede, una dichiarazione di fiducia: il bambino che piange dichiara: “So che la mamma mi sente, so che la mamma viene presto, so che la mamma si prende cura di me”. Ecco: la fiducia originaria del venire alla luce sveglia la Milano che vive e che dà forma al noi che prepara il futuro.
L’aurora, la fanciulla dalle dita di rosa, sveglia Milano con il senso del dovere: si svegliano i milanesi perché sanno di dovere qualche cosa a qualcuno, sanno di essere attesi, c’è gente che aspetta in ufficio, in ospedale, a scuola, dappertutto. Si svegliano i milanesi e non c’è bisogno di tirarli giù dal letto, perché vivono il lavoro non solo come un contratto e una fonte di reddito, ma come un servizio, come la responsabilità di costruire il noi della fiducia e della solidarietà.
L’aurora, la fanciulla dalle dita di rosa, sveglia Milano con il rintocco che invita a pregare. I milanesi si svegliano e ringraziano d’essere vivi per una nuova giornata. Confidano in Dio e celebrano l’alleanza che fa dei molti un cuor solo ed un’anima sola. I milanesi si svegliano e pregano. Ci sono anche quelli che sono tirati giù dal letto da un automatismo che si rifiuta di rivelare il suo perché, enigmatico e anonimo. L’aurora dalle dita rosate colora il cielo per invitare ad alzare lo sguardo. Ci sono di quelli che non sanno pregare, che non sono abbastanza svegli da pregare. Ma vegliano su tutti la Madonnina e le statue del Duomo, preghiera fatta pietra, per continuare ad intercedere anche per chi non prega.
La fanciulla dalle dita di rosa ogni giorno accarezza l’inizio.

