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4 giugno

Cassina de Pecchi,
una comunità e la sua storia di fede

Messa con l’Arcivescovo a 40 anni dalla consacrazione della chiesa di Maria Ausiliatrice. Don Massimo Donghi, responsabile della Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa, illustra gli altri significativi anniversari celebrati in questi mesi

di Cristina CONTI

29 Maggio 2016

Sabato 4 giugno il cardinale Angelo Scola sarà in visita alla parrocchia di Maria Ausiliatrice a Cassina de’ Pecchi (Mi), dove alle 17 presiederà la celebrazione eucaristica vigiliare. «L’Arcivescovo ci fa visita in occasione dei 40 anni della consacrazione della nostra chiesa – spiega don Massimo Donghi, responsabile della Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa, che oltre a Santa Maria Ausiliatrice comprende anche le parrocchie della Natività di Maria e di Sant’Agata -. Noi preti quest’anno siamo tutti nuovi e abbiamo deciso di invitarlo anche per iniziare insieme il nostro ministero. È un periodo denso di anniversari per noi: il 24 maggio c’è stata la festa di Santa Maria Ausiliatrice, patrona della nostra chiesa; nella giornata delle vocazioni abbiamo ricordato don Fabio, il nostro diacono prossimo all’ordinazione; a Pasqua monsignor Bruno Magni, iniziatore di questa comunità, ha festeggiato i 90 anni; infine, quest’anno si celebra anche il 30° anniversario della nostra parrocchia, perché per i primi dieci anni è stata solamente la chiesa più grande della zona».

Come vi siete preparati a questo appuntamento?
Innanzitutto con la preghiera. Abbiamo poi sottolineato l’importanza di questo momento di festa riflettendo sulla storia della nostra comunità. In particolare monsignor Magni ha scritto un libro che racconta la storia, ma anche i sacrifici per la costruzione della chiesa e le fatiche della nostra comunità. Sul nostro notiziario Insieme abbiamo ricordato periodicamente il momento che ci stiamo preparando a vivere. Il 24 maggio, nella festa di Maria Ausiliatrice, c’è stata una processione a cui abbiamo invitato tutti i preti che sono stati nella nostra Comunità e le suore Canossiane, che oggi non sono più presenti: è stato un bel momento di riunione. Il 4 giugno, alle 17, il Cardinale sarà accolto dai bambini delle due scuole dell’infanzia parrocchiali; poi ci sarà la messa, in cui il Cardinale benedirà il calice di don Fabio; al termine, sul piazzale della chiesa, affiderà il mandato ai 200 adolescenti che animeranno l’oratorio feriale.

Come siete organizzati nel vostro territorio?
In totale ci sono 13 mila abitanti. La Comunità pastorale ha 9 anni, è nata nel 2007. Ci troviamo nell’hinterland milanese: un tessuto molto buono, un oratorio, quello di San Domenico Savio, ben frequentato. I nostri ragazzi sono impegnati in attività teatrali e sportive (pallavolo, calcio e danza), frequentate abitualmente da circa 600 atleti. Nella parrocchia c’è un’attenzione particolare verso i disabili, con la presenza di due associazioni, “Raggio di luce” e “Germoglio”, che hanno una buona consistenza sul territorio e lo animano con molte iniziative. Facciamo poi attività legate al campeggio, che coinvolgono molte persone. E c’è anche il gruppo per la Fiaccolata, una grande manifestazione che si svolge ogni 1° maggio: dalla grande quantità di persone che partecipano (anche disabili) mi sono reso conto di quanto sia sentita sul territorio. Questa comunità, insomma, sta raccogliendo tanti frutti del lavoro di chi mi ha preceduto.

La crisi economica si è sentita molto?
Sì. Qui la Caritas è organizzata a livello di Comunità pastorale e ha sede sotto la chiesa, nei saloni che prima ospitavano l’oratorio. È aumentato il numero di italiani che si rivolgono a noi per il lavoro, il pacco alimentare, l’affitto: la fatica si sente.

E la presenza degli stranieri?
Ci sono in particolare 400 filippini, che il venerdì sera si ritrovano in oratorio per la catechesi degli adulti, il sabato pomeriggio per quella dei giovani, due domeniche al mese per la Messa e una volta al mese per fare festa insieme. In Quaresima hanno partecipato alla Passione drammatizzata messa in scena dal nostro gruppo teatrale “In Cammino”. Ci sono poi persone provenienti dall’America Latina, dalla Bolivia, dall’Equador e molte badanti.