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Dopo l’attentato

Brindisi: non maledite nessuno

I funerali di Melissa Bassi oggi a Mesagne

a cura di Vincenzo CORRADO

21 Maggio 2012

«La vita non muore. L’uomo può uccidere il corpo, ma l’anima, la persona, in attesa della resurrezione totale, vive in Dio. E Melissa oggi vive, diviene l’Angelo della sua famiglia, come i suoi genitori sono stati i suoi angeli». Questa è «la nostra speranza». È quanto ha affermato monsignor Rocco Talucci, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, celebrando oggi, nella chiesa matrice “Tutti i Santi” di Mesagne, i funerali di Melissa Bassi, vittima dell’attentato compiuto sabato scorso davanti all’Istituto professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi. Ai funerali di Stato erano presenti, tra gli altri, il presidente del Consiglio, Mario Monti, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e diversi rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali.

Terzo giorno di un cammino pesante e fiducioso

«Siamo al terzo giorno di un cammino pesante e fiducioso – ha detto monsignor Talucci -. Dal raduno di piazza a Brindisi, che ha suggerito pensieri di socialità e di legalità e sostegno dei diritti delle persone, e dei giovani in particolare, a partire dal rispetto alla vita, siamo passati alla giornata domenicale, che ci ha visti riflettere nel silenzio e nella preghiera in tutte le parrocchie della diocesi, confortati dal pensiero del Santo Padre, insieme a tanti vescovi e sacerdoti, il quale al Regina Cæli ha rivolto alla nostra città e al nostro territorio parole di paternità e di giustizia, assicurando la preghiera per i feriti e specialmente per la giovane Melissa. La domenica si è conclusa con una veglia di preghiera nel piazzale di questa chiesa matrice, che ha visto protagonisti i giovani nella luce della Parola di Dio la cui presenza si avverte forte nell’esperienza dell’amore». Oggi, ha aggiunto l’arcivescovo, «siamo in questa chiesa e nella città di Mesagne, intorno ai resti mortali di Melissa, vittima innocente di un attentato che aveva la consapevolezza di uccidere, causando uno sconforto e una tristezza che toccano l’animo di tutti. Eleviamo anche una preghiera per i feriti perché abbiano tutti a superare questa tragica condizione».

«Di noi hanno bisogno i giovani»

«Ci stringiamo attorno alla famiglia» di Melissa, ha proseguito l’arcivescovo. «Sono nel dolore, ma anche nella speranza cristiana. La vicinanza di Dio e la nostra sono oggi l’unico conforto possibile». Monsignor Talucci ha poi sottolineato che «la preghiera di suffragio è per Melissa. La riflessione è per noi, che continuiamo a essere i pellegrini su questa terra, invitati come siamo a tenere in considerazione la nostra vocazione, la nostra chiamata che viene da Dio». Per l’arcivescovo, «la chiamata di fede è quella di uscire dal buio del peccato e del male verso la luce della grazia e del bene: questa si chiama vocazione alla santità e investe tutti noi. Chi risponde di sì a questa chiamata costruisce un mondo nuovo, giusto, vero, buono, bello, degno dell’uomo, secondo il progetto di Dio». Da qui l’invito a «tutti noi adulti a considerare la nostra vocazione e a comportarci in maniera degna di essa: siamo modelli e testimoni di vita nuova per essere credibili e affidabili con il nostro esempio. Di noi hanno bisogno i giovani».

Un invito ai politici, ai genitori, ai giovani e ai sacerdoti

L’arcivescovo si è quindi rivolto ai «fratelli impegnati nella politica e nel sociale»: «Mirate al bene comune, quello pieno che vi fa impegnare nella promozione dello sviluppo e della solidarietà, della sicurezza e della tutela della vita, molto più e molto prima che nella riparazione dei danni». Ai «fratelli genitori» monsignor Talucci ha chiesto di sentirsi «chiamati a educare ai migliori valori i figli». Un invito particolare l’arcivescovo l’ha rivolto ai «fratelli giovani»: «Mirate a quegli ideali che danno senso al presente e al futuro, guardate alla vostra speranza fidandovi di educatori che nella verità vogliono il vostro bene, senza strumentalizzazioni di comodo. Non maledite nessuno per rabbia e abbiate fiducia, il mondo cattivo può essere sconfitto». Infine, un invito ai «fratelli sacerdoti»: «Continuiamo ad amare i giovani interpretandoli nelle loro vere esigenze, parlando loro con la verità che libera e cercando di ascoltarli per capirli». Questa, ha spiegato l’arcivescovo, «è la vera chiamata che può liberare tutti dalla paura verso la speranza, dai soprusi verso la legalità, dall’egoismo verso la fraternità».

Agli omicidi: «Costituitevi»

«Anche per voi fratelli omicidi – ha detto monsignor Talucci – c’è una chiamata a vita nuova. Nella vita di peccato non appartenete a pieno titolo né alla società degli uomini né alla comunità dei cristiani. Siete chiamati a una conversione sincera per recuperare una dignità a cui non potete rinunziare per sempre. Costituitevi: meglio una punizione della giustizia umana che rimanere in una falsa libertà, che diventa presto un’autocondanna e un’autodistruzione, e così aprirvi alla Misericordia di Dio». L’arcivescovo ha concluso l’omelia rivolgendosi a Melissa: «Tu, cara Melissa, sei volata in cielo: è stata la tua anticipata “ascensione”. I tuoi ideali umani sono scomparsi, ma tu sei nella luce, per la quale noi tutti preghiamo. Prega tu per i tuoi genitori e per i tuoi amici di scuola, bisognosi di riprendere con sicurezza, superando definitivamente ogni paura».