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Intervista

Bressan: «Credenti di diverse fedi
a confronto sul cibo dello Spirito»

All’Expo delle Idee il Vicario, coordinatore di un tavolo di lavoro, coinvolgerà nel dibattito esponenti di diverse religioni: «Lungo la storia questo tema ha saputo creare cultura e progresso»

di Annamaria BRACCINI

1 Febbraio 2015

«Il cibo dello Spirito»: questo il tema del 18° Tavolo di lavoro previsto nell’ambito dell’«Expo delle Idee». A coordinarlo sarà monsignor Luca Bressan, presidente di Caritas Ambrosiana e vicario episcopale per l’Azione Sociale, che dice: «Lo scopo di questo Tavolo è vedere come le religioni possono dare un loro contributo alla discussione sul nutrimento. Vogliamo dimostrare che il cibo non può essere ridotto solo alla sua dimensione materiale – pur con tutti i gravi problemi che riguardano l’alimentazione quotidiana di miliardi di uomini e donne -, ma che deve aprirsi al concetto, appunto, della spiritualità che lo attraversa».

In che senso?
Si tratta di ricordare che esiste un cibo dello Spirito che ha saputo creare, lungo la storia, cultura e progresso, alimentando la dimensione religiosa. Per questo al nostro Tavolo ho invitato i rappresentanti delle fedi e soprattutto esponenti di quelle tradizioni che hanno elaborato un pensiero originale sul cibo. Ci saranno la nostra Chiesa, i cristiani ortodossi e della Riforma, il mondo ebraico e quello islamico, ma anche i buddisti. In tutto, compreso esperti di antropologia del Sacro e teologi, saremo in dieci.

L’obiettivo complessivo è portare proposte che arricchiranno la «Carta di Milano». Anche per questo la presenza ai Tavoli di diverse voci del mondo ecclesiale si prevede cospicua?
Sì, in un duplice senso. Evidenziare, da una parte, che lo Spirito è uno dei contenuti del nutrimento e, nello stesso tempo, sottolineare che questo stesso Spirito può elaborare, offrire idee per la risoluzione di problemi concreti.

Quindi la vostra riflessione si legherà anche ai grandi obiettivi quali l’eliminazione della fame nel mondo o la pace?
Certamente, ma in una dinamica di lettura dei fenomeni focalizzata sul nostro modo di intendere, come credenti, appunto, la pace come condizione necessaria per il raggiungimento del bene comune e per la sconfitta delle diseguglianze. Sarà un «dire» qual è, secondo ciascuno di noi, il destino dell’uomo e come potrà essere appagato il suo desiderio di felicità. Un tema che riguarda tutti.