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Testimonianza

Aspettando Milano 2012, il racconto di Valencia

di Chiara PELIZZONI

20 Giugno 2011

Una famosa canzone popolare dice di Valencia che è terra dei fiori, della luce e dell’amore. Così nel 2006 la città spagnola si vestì a festa per accogliere Benedetto XVI, per salutare la prima visita del successore di Giovanni Paolo II che si recava a Valencia per concludere il V Incontro Mondiale delle Famiglie. «Valencia ha voluto evidenziare al Papa che è una città allegra, aperta, accogliente, lavoratrice e con una radice cristiana che continua ancora oggi con tutto il suo vigore- racconta Luis Agudo Crespo, direttore allora e oggi della Comunicazione dell’Arcivescovado di Valencia. Il Papa ha potuto constatare e vedere di persona questa verità. Durante l’incontro con i seminaristi che celebrò davanti alla Piazza della Vergine, il monumento fu addobbato di fiori per l’occasione. La luce accompagnò ogni giorno del suo viaggio grazie ad un tempo magnifico che illuminò l’intera durata dell’Incontro; l’amore che Valencia gli dimostrò fu così tanto e continuo che il Papa può ricordarlo in ogni occasione». A Valencia, questo amore spesso si esprime attraverso la musica; in tutta la Regione ci sono più di cinquecento bande musicali e innumerevoli complessi universitari; «è indimenticabile, tra questi, il gruppo de las “cuarentunas” che si mise a cantare sotto il balcone di Benedetto XVI nella notte del suo arrivo al palazzo arcivescovile di Valencia». Era l’8 luglio quando il Papa, accolto da un milione e mezzo di persone provenienti da oltre cento Paesi e dal rintocco di 200 campane, atterrava all’aeroporto di Manises. In una città festante e al tempo stesso raccolta intorno al dolore; «Il Santo Padre arrivava in una città provata e commossa per un terribile incidente avvenuto nella metropolitana valenciana, il peggiore della storia spagnola che soltanto cinque giorni prima aveva provocato 43 morti. Benedetto XVI, appena scese dall’aereo e toccò il suolo, volle esprimere la sua vicinanza alle vittime della tragedia radicandosi nella popolazione. Il Santo Padre durante il tragitto aeroporto – città volle deviare il percorso per fermarsi davanti alla stazione del Metrò dove avvenne la tragedia e pregare davanti all’entrata. Qualche ora dopo ricevette i familiari delle vittime nella Basilica della Vergine degli Abbandonati, patrona della città». Una triste circostanza, un dolore vivo e bruciante lenito in parte dalla presenza consolatoria del Papa… «Sebbene questa triste circostanza fu presente fin dall’inizio, il Santo Padre offrì a tutti i valenciani un chiaro messaggio di speranza. Non mancarono i momenti di emozione ma anche di umorismo. Abbiamo visto il Papa emozionarsi mentre ascoltava alcune testimonianze durante la Veglia – indimenticabile – che si svolse presso la Città dell’Arte e delle Scienze. Altrettanto, abbiamo visto Benedetto XVI che con simpatia ha detto di aver gustato molto l’horchata valenciana, la bevanda rinfrescante tipica di Valencia tanto da portarsene diversi litri in Vaticano». Cosa ha rappresentato per la città questo Incontro? «Una grande, se non la più grande, proiezione internazionale raggiunta dalla città di Valencia finora ma soprattutto la rivitalizzazione della Pastorale familiare non solo nell’Arcidiocesi di Valencia ma in tutta la Spagna». Aspettando il VII Incontro mondiale delle famiglie che ci sarà a Milano l’estate prossima, cosa lascia questa esperienza a Valencia 5 anni dopo? «Il ricordo di quell’Evento persiste vivo nella memoria collettiva. Restano l’umanità e l’affetto del Papa e i suoi messaggi pieni di saggezza pedagogica. E gli zainetti che vennero distribuiti ai partecipanti che ancora oggi, soprattutto la domenica, colorano i giardini del vecchio canale del fiume Turia».