Alla presentazione della rassegna di musica sacra “Nutrire lo spirito”, nella sede della Fondazione Culturale Ambrosianeum di Milano, è il presidente Marco Garzonio a introdurre l’iniziativa: proseguire il percorso di questi ultimi anni «per restituire a Milano l’attenzione alla musica religiosa (non in senso confessionale, ma profondamente umano), tanto più contro la frenesia della vita contemporanea di una metropoli che ospiterà Expo 2015».
L’Esposizione e il suo tema (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”) offrono l’occasione di affiancare all’essenziale necessità pratica del cibo l’altrettanto fondamentale bisogno del nutrimento dell’animo: «L’uno senza l’altro non porta da nessuna parte», chiosa Garzonio. Le tradizioni milanesi si raccordano quindi non soltanto per l’ascolto, ma per una contestualizzazione nel territorio: da qui l’idea delle introduzioni storico-culturali sulle chiese che ospiteranno i concerti.
È toccato a monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale, raccontare i tre motivi – «uno culturale, uno educativo e uno spirituale» – per cui la Diocesi di Milano ha appoggiato con piacere il progetto. Dal punto di vista culturale, cosa meglio della musica («non a caso già dal tempo dei banchetti romani») può esprimere il bisogno di cibo per l’anima oltre a quello materiale? Ecco quindi l’invito a guardare a «una dimensione ulteriore per capire cos’è l’uomo». Il motivo educativo è «più rivolto a noi stessi: per riscoprire il patrimonio di musica sacra che tendiamo a dimenticare e non conoscere più, che cosa abbiamo saputo creare, rifarci l’orecchio e ritrovare la profondità della capacità di entrare nel reale che la musica ci consente». Il motivo spirituale è ritrovare «uno splendido canale d’incontro con Dio, anche grazie all’introduzione prima di ogni concerto, che oltre ai brani racconterà del luogo nel quale vengono eseguiti e per i quali erano stati pensati». Nell’insieme, un modo per elevare lo spirito della città.
Assente per malattia Luigi Corbani(direttore generale dell’Orchestra Sinfonica di Milano “laVerdi”), il direttore artistico, maestro Ruben Jais, ha ringraziato la Diocesi per la collaborazione e in particolare don Giorgio Riva, parroco della Basilica di Sant’Eustorgio che ospiterà il concerto d’apertura, la Messa di Gloria di Pietro Mascagni. Il richiamo a Milano e all’Italia sarà costante anche quando saranno protagonisti autori come Johann Christian Bach (figlio di Johann Sebastian e dal 1760 al 1762 organista del Duomo di Milano) e Wolfgang Amadeus Mozart (che a Milano compose e suonò il clavicembalo).
Sissa Caccia Dominioni(storica dell’arte, da tempo curatrice delle celebri visite guidate “Camminare Milano”) ha poi spiegato il senso delle introduzioni (circa mezz’ora) prima dei concerti, che dureranno al massimo un’ora: far conoscere ai milanesi un patrimonio inestimabile e pressoché sconosciuto a tanti cittadini, con schede esaustive sulle chiese anche grazie a neolaureati che le spiegheranno in situ: «Non due parti separate del programma rispetto al concerto, ma un unicum» con cui cibare il corpo e l’anima.
Si segnalano in particolare due assolute prime esecuzioni: la Messa di Calcutta di Luis Bacalov dedicato a Madre Teresa (il 31 agosto a San Nazaro Maggiore) e il brano Sant’Agostino appositamente commissionato a Francesco Lombardi (il 4 agosto a San Celso). Nel complesso, un’operazione emozionante e coinvolgente, per riassaporare meglio le bellezze storiche, architettoniche e musicali della città.