Un invito a cena che allo stesso tempo è anche musica, conversazione e performance teatrale. Venerdì 27 novembre, alle 21, al Refettorio Ambrosiano di Piazza Greco a Milano, andrà in scena Lo Shabbat di tutti, un momento di condivisione e arricchimento spirituale, accompagnato da letture sceniche e musica, guidato dalla regista ed esperta di ebraismo Miriam Camerini insieme al musicista Manuel Buda. L’appuntamento sarà replicato venerdì 18 dicembre, sempre alle 21.
Lo Shabbat è il tempo della festa per la tradizione ebraica, quello della cessazione delle proprie attività per dedicarsi al riposo. Inizia il venerdì sera per terminare la sera seguente ed è il momento identitario massimo per la cultura ebraica, ma anche la rappresentazione di un concetto universale, quello di spezzare il tempo con un giorno di riposo. Nato nel 2013 all’interno del Festival della Letteratura di Mantova da un’idea di Miriam Camerini con lo scopo di offrire una cena dello Shabbat anche ai vari scrittori di religione ebraica presenti, diviene uno spettacolo vero e proprio che da allora ha girato in varie città, giungendo persino a Gerusalemme.
Lo Shabbat di tutti è anche una vera cena tradizionale dello Shabbat. «Viene realizzato rigorosamente il venerdì sera perché il senso più profondo sarebbe perso se fatto un altro giorno della settimana – spiega la regista Camerini -. Il Refettorio sarà quindi allestito come una “vera” casa ebraica con fiori e candele, la cui accensione dà inizio allo Shabbat. Lo scopo della serata sarà poter trarre un’esperienza propria da condividere o conservare dentro di sé. L’atmosfera sarà quella tipica dello stare in famiglia per condividere un forte momento di spiritualità accompagnata dalla leggerezza del canto e delle letture. Per rendere questi momenti ancora più autentici e intimi, lo spettacolo sarà realizzato a microfoni spenti e senza amplificazioni». E ha concluso: «In un momento come questo, in cui letteralmente ogni giorno piangiamo morti ingiuste di innocenti e giovani, l’unica cosa che possiamo fare è accendere più luce nel mondo, come venerdì sera accenderemo le candele dello Shabat per portare luce al giorno di festa».
Lo scenario del Refettorio Ambrosiano arricchirà ulteriormente di significato il senso della rappresentazione. Secondo le parole dell’ideatrice, «il Refettorio è un luogo di bene, dove vengono sfamate persone che hanno bisogno. In un momento storico come questo è sempre più necessario aumentare il bene per diminuire il male e il contesto del Refettorio Ambrosiano accresce il bene».
Parteciperà alla serata M’Ama Food, progetto di catering promosso da Farsi Prossimo onlus con donne rifugiate ospiti dei centri di accoglienza, che preparerà prodotti alimentari tipici di varie parti del mondo.
Per partecipare: www.perilrefettorio.it