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7 settembre

A Canonica famiglie che educano alla fede

«Fondamentale il ruolo dei genitori nel cammino di iniziazione cristiana». Parla don Umberto Galimberti, responsabile della Comunità pastorale «Beato Giovanni XXIII» dove l’Arcivescovo: presiede la Messa a Fara Gera d’Adda e incontra i sacerdoti del Decanato di Treviglio

di Cristina CONTI

6 Settembre 2014

Domenica 7 settembre il cardinale Angelio Scola farà visita alla Comunità pastorale «Beato Giovanni XXIII» di Canonica d’Adda (Bergamo). Alle 10.30 la Messa verrà celebrata a Fara Gera d’Adda. Seguirà l’incontro con i preti del Decanato di Treviglio. Abbiamo chiesto al responsabile della Comunità, don Umberto Galimberti, quali sono le caratteristiche di questo territorio.

Come siete organizzati dal punto di vista pastorale?
La nostra Comunità pastorale è stata costituita ufficialmente due anni fa ed è formata da tre parrocchie, Canonica d’Adda, Fara Gera d’Adda e Pontirolo Nuovo, per un totale di circa 18 mila abitanti. Realtà vicinissime, ma anche indipendenti e autonome, diverse come stile di vita parrocchiale. Per questo stiamo cercando di dare vita a iniziative pastorali comuni, insistendo soprattutto su una Diaconia curata molto bene con incontri quindicinali, in cui discutere di eventuali progetti pastorali che toccano le tre parrocchie. Il motore principale della comunità è il Consiglio pastorale: i progetti su cui ci vogliamo concentrare riguardano prevalentemente la Caritas, l’iniziazione cristiana e la pastorale familiare. A livello di scelte, invece, più che impegnarci su un progetto unitario, stiamo cercando di coordinare quanto già esiste. Quest’anno partiremo con le iniziative per l’iniziazione cristiana, perché è affidata a un responsabile comune alle tre parrocchie e portata avanti in modo trasversale. A gennaio, inoltre, abbiamo costituito una équipe con un sacerdote della Diocesi di Cremona, che lavora con un consultorio di Treviglio, per la formazione di adulti laici.

La crisi economica si sente molto da voi?
Si sente, ma pesa soprattutto sugli stranieri.

Quali sono le nazionalità prevalenti tra gli immigrati?
Sono in maggioranza albanesi e nordafricani, in particolare marocchini ed egiziani. Ma non si tratta di tantissime persone: a Canonica d’Adda, per esempio, sono circa 600 su una popolazione di 4.500 abitanti. Cerchiamo di aiutare chi è in difficoltà attraverso la Caritas e i Centri di Ascolto. Inizialmente queste attività erano presenti solo a Canonica: per un settore così importante abbiamo perciò pensato di costituire un coordinamento tra le tre parrocchie.

I giovani partecipano alla vita della Comunità?
Se come partecipazione intendiamo le attività sportive e l’oratorio feriale, sì. Ma la Messa e la catechesi non sono frequentate con lo stesso entusiasmo. Anche le famiglie giovani, con bambini che devono celebrare i sacramenti di iniziazione cristiana, non hanno una forte relazione con la parrocchia: alla Messa abitualmente partecipa meno di un terzo dei bambini presenti sul territorio. Per questo tra gli obiettivi che ci siamo posti c’è innanzitutto quello di costruire un buon legame con le famiglie. Il ruolo dei genitori infatti, soprattutto nel cammino di iniziazione cristiana, è fondamentale: sono loro i primi educatori alla fede dei figli, la vita famigliare di ogni giorno è di fatto una catechesi, positiva o negativa che sia. Per questo, quest’anno abbiamo deciso di iniziare questo percorso con un incontro dei genitori di ogni classe per dare modo alle famiglie di conoscere innanzitutto le catechiste.

Anziani: com’è la situazione?
Sono i più presenti nella vita parrocchiale e la maggioranza di chi viene a Messa. A Canonica quando vengono organizzati ritiri, esercizi spirituali o momenti di riflessione, vengono regolarmente una settantina di persone appartenenti a questa fascia d’età. Molti anziani poi sono coinvolti da tempo in attività particolari di volontariato o di carattere caritativo. Alcuni, per esempio, realizzano lavoretti a mano per i gruppi missionari. Sono tradizioni che vanno avanti da anni e che continuano sempre con una buona dose di entusiasmo.

Ci sono altre attività particolari che vengono organizzate con la partecipazione dei parrocchiani?
A Pontirolo c’è il gruppo “Giovanni Paolo II”, che svolge un’attività caritativa e missionaria. Ha un negozio di commercio equo solidale e ha un rapporto molto forte con missionari che vivono in India. Ne fanno parte uomini e donne tra i 35 e i 40 anni. Lavora molto bene e sarà importante valorizzarlo anche nella pastorale comune.