La GMG è un'occasione straordinaria di Pastorale Giovanile: sempre più si avverte la necessità di far coesistere il cammino ordinario nelle proprie parrocchie, con quello della Diocesi di appartenenza e della Chiesa universale raccolta intorno al Papa.


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La Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) ha bisogno, ancora, di essere riletta nella sua possibilità di essere un volano della pastorale. I rischi sono due.

Da una parte c’è chi non considera affatto la GMG e ne vive una sorta di rifiuto: non piace l’idea del grande raduno (considerata una specie di “prova di forza” o “schieramento di truppe”); si percepisce il bagno di folla con un certo fastidio, affermando che la fede ha bisogno di cammini personali e silenzi, di battute d’arresto e di ripartenze. Dall’altra c’è chi fa diventare la GMG un “assoluto” da non perdere: ci sono, effettivamente, persone che si vantano di non averne persa nemmeno una, dimenticando che – nel frattempo – hanno smesso di appartenere alla categoria dei giovani magari senza accorgersene.

Le due posizioni esprimono entrambe (come spesso accade) una verità. La GMG è un evento e come tale avviene ogni due o tre anni. E nel frattempo? Si può pensare di accompagnare la cura delle nuove generazioni organizzandola attorno ad eventi sporadici?
Si può affidare i percorsi di crescita a momenti dove è facile sentirsi attratti da un movimento di massa senza mettersi in gioco personalmente?
Riusciranno a rientrare in una quotidianità che non è sostenuta da tutto il grande movimento di quei giorni?
È giusto, di contro, girare la faccia dall’altra parte di fronte al grande clima di festa che pervade le città che ospitano l’evento? Le strade e le piazze si animano della presenza di migliaia di giovani che non rovinano la vita di nessuno, che sono capaci di esprimere la loro fede in un ascolto attento delle parole del Papa, nella preghiera, in lacrime e silenzi che dicono con eloquenza del molto che sta accadendo nel loro cuore. E che dire dei gemellaggi con le diocesi nei giorni precedenti la settimana degli eventi centrali? Chi accoglie e chi ospita fa una grande esperienza di scambio e di incontro fra Chiese diverse.

Curiosamente, le due posizioni da cui siamo partiti  esprimono anche due modi diversi di fare pastorale.

È però arrivato il tempo di dire che queste due possibilità di esperienze pastorali devono integrarsi e diventare un progetto organico che riesca a far esistere una circolarità fra i due grandi momenti: quello del cammino ordinario nelle proprie parrocchie/diocesi e quello dell’incontro con la Chiesa universale durante la GMG. Una circolarità intelligente che possa sostenere la gradualità dei momenti e degli itinerari: non è giusto portare i tredicenni alla GMG, così come non è giusto non offrire loro altri tipi di cammini durante l’adolescenza aspettando pazientemente il tempo attorno alla maggiore età per portarli in giro per il mondo. Insomma, va evitato l’atteggiamento spocchioso che guarda alla GMG come a un inutile orpello tanto quanto l’atteggiamento che la considera il centro della Pastorale Giovanile.

L’intelligenza degli itinerari pastorali ordinari deve poter offrire ai giovani un cammino che li coinvolga, ma anche – una volta vissuta l’esperienza – che si possa abbandonare per altri percorsi che la vita chiede di fare a ciascuno. La GMG, come la vita in oratorio, non sono un luogo da abitare tutta la vita! L’appuntamento di tutta la vita sarà l’Eucarestia domenicale celebrata con la propria comunità e la vita sacramentale: altre esperienze saranno sempre abbastanza transitorie.

Le riflessioni fatte portano a riconsiderare la GMG come evento di Chiesa. Evento grande e significativo che potrà esprimere pienamente tutte le sue potenzialità; a patto che sia un itinerario nel quale non mancherà un tempo adeguato di preparazione (e dove la preparazione sarà curata) e che preveda la possibilità di raccogliere l’esperienza per poterla rilanciare nella vita quotidiana personale, nella vita della comunità cristiana e nei luoghi abitati da tutti.

Tratto da: Verso Cracovia. Progetto di Pastorale Giovanile in preparazione alla XXXI GMG (Numero zero), a cura del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile.

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