Work Café del 19 novembre 2025 ha segnato l’inizio della nuova fase di Èoratorio: un passaggio in cui ricerca, ascolto e osservazione diventano progettazione concreta. All'Oratorio San Carlo di Milano, presbiteri, educatori e membri dei tavoli tecnico e scientifico hanno lavorato insieme per enucleare gli snodi fondamentali e presentare i cinque ambiti su cui avviare le prime sperimentazioni: spazi, intercultura, sport, disabilità e orientamento. Un confronto ricco, che apre la strada a percorsi condivisi con gli oratori del territorio e rilancia la missione educativa dell’oratorio come luogo di relazioni vitali, prossimità e crescita nella fede. Ora gli oratori potranno prendere direttamente contatti con i referenti del progetto Èoratorio per candidarsi come luoghi nei quali avviare un progetto su un'area tematica precisa delle cinque delineate. Si può scrivere a fom@diocesi.milano.it
«Ridiamo respiro all’esperienza ecclesiale dell’oratorio» e, dentro questa nuova fase del progetto Èoratorio, «mettiamo insieme le idee che abbiamo, per favorire uno scambio e un confronto ed elaborare qualche modello che possa continuare a fare dell’oratorio un’esperienza vitale».
Don Stefano Guidi, direttore della FOM, ha introdotto i lavori del Work Café, che si è tenuto nella mattinata di mercoledì 19 novembre 2025, all’Oratorio San Carlo di Milano. Presenti i membri del tavolo tecnico e del tavolo scientifico del progetto Èoratorio, seduti nei gruppi di lavoro insieme a presbiteri, educatori professionali e adulti volontari, venuti al Work Café per mettersi in ascolto, ma anche per contribuire alla fase di progettazione e “portarsi a casa” qualche buona idea, attorno ad alcune aree tematiche che il progetto Èoratorio ha contribuito a individuare e ora intende sperimentare, direttamente “sul campo”.
Dove avviare la progettazione? Saranno gli stessi oratori a candidarsi oppure sarà la FOM a proporre ad alcuni oratori di avviare insieme un progetto, che possa essere realizzato nella sua “fattibilità” e valutato per la sua “replicabilità”.
Quali saranno gli snodi che dovranno essere presi in considerazione, in ogni progetto che verrà avviato?
La prof.ssa Giulia Schiavone, ricercatrice di pedagogia generale dell’Università Milano-Bicocca, e don Mattia Colombo, docente di Teologia pastorale al Seminario Arcivescovile di Milano, componenti del tavolo scientifico di Èoratorio, hanno presentato gli elementi chiave, gli snodi, sui quali ogni progetto che sarà avviato dovrà tenere in considerazione. «Snodi individuati grazie a un attento lavoro di ricerca e di ascolto che si è svolto sul territorio. Partendo da una conferma: l’oratorio è ancora una possibilità concreta che contribuisce alla costruzione di relazioni vitali fra le persone, nella comunità».
Gli snodi su cui si costruirà l’impianto progettuale sono quattro
– La comunità cristiana come soggetto dell’oratorio che accoglie la dimensione del cambiamento senza modificare la sua missione originaria. Questo permette all’oratorio di costruirsi attorno alla sua comunità e quindi di dare risposte concrete e differenti rispetto al suo contesto senza però perdere di vista la sua missione e la missione della Chiesa.
– La dinamica del bisogno/servizio da vedere dentro una dimensione evangelica e come un’opportunità per riferirsi all’altro. Per questo, l’oratorio risponde a dei bisogni con dei servizi, ma dentro una progettualità che non perde di vista l’orizzonte di senso e le motivazioni che spingono a educare e intervenire.
– La costruzione necessaria di reti, per le quali occorre che la comunità attraverso l’oratorio impari a decentrarsi e a lavorare “in rete”, senza incorrere nel rischio da un lato di specializzarsi troppo o, dall’altro, al contrario di entrare in concorrenza con le altre agenzie educative. L’oratorio deve riconoscersi dentro una rete complessa e per questo occorre sapienza e discernimento.
– Il valore del vissuto ordinario che è una possibilità per l’oratorio di entrare in relazione e intercettare la vita delle persone, anche sfruttando la sua presenza capillare nel territorio. L’oratorio può essere uno strumento per custodire legami.
La nuova fase operativa e di progettazione di Èoratorio per ogni progetto.
I cinque ambiti di progetto proposti – vedi di seguito – rappresentano le aree nelle quali il progetto Èoratorio sta concentrando la sua riflessione per tradurre l’osservazione in azione.
Nella seconda parte della mattinata, ruotando su cinque tavoli tematici sulle aree che abbiamo individuato per la progettazione – spazi, intercultura, sport, disabilità e orientamento –, presbiteri ed educatori hanno potuto conoscere brevemente alcuni dei progetti già in atto in diversi oratori della Diocesi, adottati come casi di studio nell’ambito di Èoratorio.
Ma soprattutto hanno potuto dialogare con i referenti della Fom sulla possibilità di attivare nuovi percorsi, da progettare naturalmente insieme alla comunità che li richiede. L’oratorio quindi si apre a nuove sfide e a nuove possibilità, continuando a interpretare la propria missione di cura della crescita dei più piccoli: di luogo in cui cura la crescita della fede; di comunità attenta ai bisogni del territorio e alle possibili risposte in chiave progettuale ed evangelica; di soggetto capace di entrare in relazione con le altre realtà, e naturalmente di esperienza che vuole essere vicina innanzitutto alla vita quotidiana dei ragazzi.
Che cosa abbiamo detto nei tavoli del Work Café?
Abbiamo parlato diffusamente delle cinque aree tematiche che faranno da filo conduttore della prossima fase di progettazione. Non sono aree risolutive del progetto, ma intendono avviare dei progetti concreti sul territorio, secondo la disponibilità di oratori che intendano sperimentare. I progetti per ciascuna area si articoleranno tenendo conto degli snodi progettuali che il tavolo scientifico ha individuato (vedi sopra).
La fase di progettazione che viene avviata e si realizzerà nel corso del 2026 ha bisogno dell’apporto concreto di oratori che si rendano disponibili o per candidatura spontanea o perché gli operatori del progetto individuano un dato territorio o una comunità particolare e intendano proporre di avviare lì un progetto particolare, su una determinata area fra le seguenti (la mail attiva è fom@diocesi.milano.it oppure segreteriafom@diocesi.milano.it).
Le cinque aree tematiche sono state dunque oggetto di un confronto nei tavoli di lavoro, nei quali sono emerse alcune considerazioni che riportiamo:
ACCOGLIENZA E INTERCULTURA
In una società sempre più plurale, l’oratorio accoglie spesso ragazzi di altre culture e di altre fedi. Se la loro presenza può rappresentare per molti aspetti una nuova sfida, per la diversità di abitudini o anche solo per le difficoltà legate alla lingua, non stravolge però il ruolo dell’oratorio, che anzi vive, sotto questo aspetto, ancor più intensamente la propria missione di luogo aperto all’incontro, nella consapevolezza che accogliere l’altro è la testimonianza concreta dell’Incarnazione.
A guidare la stesura dei nuovi progetti avendo come tema l’area dell’intercultura sarà quindi il desiderio di accompagnare, in forme e gradi differenti, i ragazzi di origine straniera nella loro crescita umana e spirituale.
Servirà dunque conoscere la loro cultura d’origine, valutare la necessità di una mediazione culturale, confrontarsi con la comunità straniera presente sul territorio, collaborare con le istituzioni e con gli altri enti del terzo settore.
Nella fase immersiva abbiamo scoperto, ad esempio, che un oratorio può avere le potenzialità per affiancarsi nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, oppure che i ragazzi cinesi possono, allo stesso tempo, studiare il mandarino e vivere l’oratorio estivo.
L’esempio delle esperienze già in atto e un occhio esperto sulle altre culture possono essere di supporto per immaginare nuove risposte nel proprio contesto.
SPORT
Da sempre lo sport coinvolge molti dei nostri ragazzi e ragazze, favorendo nuovi legami e diventando anche veicolo di crescita. Conosciamo infatti l’importanza di vivere al meglio i valori dello sport anche in chiave educativa. Ma, allo stesso tempo, siamo spesso portati a considerare la crescita spirituale dei ragazzi del tutto slegata dall’attività sportiva, l’incontro di catechismo distante dal pomeriggio di allenamento. Una distanza che, spesso, è vissuta in primo luogo dalle famiglie. Come valorizzare, invece, la crescita integrale dei ragazzi? Come riportare lo sport ad essere parte integrante della proposta educativa che si vive in oratorio?
Nel tavolo di mercoledì è stata presentata, in particolare, un’idea ancora sperimentale, che però potrebbe rivoluzionare modi e tempi tanto dello sport quanto dei percorsi di fede, dall’iniziazione cristiana fino ai più grandi. Il progetto, già avviato in un oratorio, prevede che il gruppo-squadra coincida con il gruppo di catechismo, e che entrambi i momenti siano seguiti tanto dagli allenatori quanto dai catechisti.
Ne deriva uno sguardo educativo più attento durante gli allenamenti, ma anche una maggiore facilità nell’utilizzare riferimenti concreti, a partire dallo sport, anche nell’ora di catechismo. È ancora una sperimentazione, che però offre certamente spunti a cui guardare e piste per nuove progettualità da avviare.
SPAZI
Piccoli o grandi, in oratorio ci sono spazi da gestire. Spesso ci chiediamo se l’oratorio possa essere ancora più frequentato e il cortile più pieno; oppure dobbiamo occuparci di più di un oratorio, e scegliere dove fare catechismo e dove il calcio, dove indirizzare gli adolescenti e quali spazi, invece, riservare ai più piccoli.
Questi anni, poi, ci hanno messo sempre più di fronte alla concorrenza tra gli spazi fisici che da sempre conosciamo e lo spazio virtuale di internet. Come rispondere a queste esigenze, in cui l’aspetto logistico potrebbe sembrare preponderante?
Come coinvolgere i ragazzi anche nello spazio digitale? Per rispondere a quest’ultima domanda, la Fom ha pensato al progetto “Social Crew Oratorio – Nuovi narratori digitali”, un invito a utilizzare i social per raccontare che cosa si vive in oratorio: anche il tempo trascorso online diventa quindi un’opportunità di ripercorrere quanto vissuto, magari nell’ora del gruppo adolescenti.
Nella gestione degli spazi fisici ci vengono incontro invece le esperienze di diverse comunità che li hanno organizzati secondo le diverse fasce d’età, anche riservando uno degli oratori solamente agli adolescenti. Non si tratta infatti solo di una questione organizzativa: gli ambienti oratoriani sono, infatti, sempre il luogo di un’iniziativa educativa, e gestirli al meglio significa anche favorire la crescita dei ragazzi.
Sappiamo anche che gli adolescenti si trovano spesso fuori dall’oratorio: soprattutto l’estate diventa, dunque, l’occasione per scoprire e vivere con i ragazzi un oratorio che per loro si struttura come “seconda casa”.
DISABILITÀ
Coinvolti durante l’Oratorio estivo, anche nei momenti di gioco, invece durante l’anno i ragazzi con forme di disabilità lo sono spesso di meno, in particolare nei momenti più informali.
All’oratorio è riconosciuta la capacità, di prendersi cura anche di chi ha esigenze specifiche, ma ancora in pochi casi riusciamo a far sì che i nostri oratori siano accoglienti in tutte le attività proposte, e che i ragazzi con disabilità possano non solo sentirsi accolti ma anche valorizzati in tutti i loro talenti. Ciò che le famiglie cercano, infatti, è soprattutto una disponibilità che non si fermi solo ad alcune iniziative o ad alcuni momenti dell’anno.
Se avvicinarsi al mondo della disabilità sembra difficile, non mancano però esperienze di oratori dove, su iniziativa dei sacerdoti o delle stesse famiglie, i ragazzi con disabilità sono sempre più coinvolti nelle attività ordinarie: dalle cene, al catechismo, fino alle vacanze estive.
In alcuni casi, sono loro stessi a coinvolgere nei propri spazi tutta la comunità. Ma come progettare un Oratorio estivo, o una vacanza, capace davvero di includere tutti? Come la comunità cristiana può aiutare anche i più fragili ad essere protagonisti delle proprie giornate? Sapendo che nulla è improvvisato, ma anche che si può acquisire una consapevolezza sempre maggiore per affrontare le diverse situazioni, i referenti della Fom sono a disposizione per accompagnare percorsi di formazione più o meno approfonditi su questi temi e avviare anche per quest’area nuove progettualità.
ORIENTAMENTO
Anche se l’attenzione alla crescita dei più piccoli è naturalmente al cuore di ogni oratorio, l’importanza di accompagnare i ragazzi a scoprire i propri talenti e a considerare a 360 gradi la realtà, così da poter compiere scelte libere e lungimiranti per il futuro, rischia di essere data per scontata, o semplicemente di passare in secondo piano rispetto alla proposta più strettamente spirituale. Eppure, più che in passato, i nostri anni rendono ancora più evidente l’importanza di offrire a preadolescenti e adolescenti un orientamento, un supporto che non si limiti solamente a quanto rientra nelle competenze scolastiche.
Alcuni oratori hanno già intuito la possibilità di esserne promotori, soprattutto nei territori dove, per contesto geografico o sociale, l’accesso a queste proposte non è così a portata di mano. Oltre a offrire ai ragazzi la possibilità di mettersi in gioco, di avvicinarsi a nuovi interessi, di interfacciarsi con il mondo del lavoro o anche solo di scoprire sotto una nuova luce le opportunità del proprio territorio, alcune iniziative già ben rodate in alcuni territori hanno rappresentato per gli adolescenti una forte occasione di aggregazione.
Anche in questo caso la proposta non può essere calata dall’alto, ma deve essere costruita valutando le esigenze di ogni realtà, e dunque il ruolo che l’oratorio potrebbe assumere.
I tavoli proposti sono stati dunque un breve assaggio delle esperienze in atto, ma anche l’occasione per lasciarsi ispirare e iniziare a progettare, se ne intuisce l’opportunità, nuovi percorsi nei propri oratori.
Che cos’è Èoratorio
Èoratorio è un progetto promosso dalla Fondazione Oratori Milanesi, con la collaborazione di alcune realtà diocesane come la Caritas ambrosiana, le cooperative degli educatori professionali (Aquila&Priscilla, Pepita, ecc.), il PIME e altri soggetti ecclesiali diocesani (leggi il pdf di introduzione al progetto) e l’attivazione di un tavolo scientifico in cui sono coinvolte le università milanesi, che ha l’obiettivo di aiutare la comunità cristiana a comprendere come l’oratorio possa rimanere fedele alla sua origine evangelica e, al tempo stesso, rinnovarsi nel contesto sociale e culturale che cambia.
Dopo la fase iniziale di ricerca e la successiva “fase immersiva” curata dal Tavolo tecnico operativo, che ha osservato da vicino alcune esperienze significative in tutta la Diocesi, si apre ora il momento del confronto e della progettazione a cui gli oratori possono partecipare (se interessati scrivete a fom@diocesi.milano.it oppure a segreteriafom@diocesi.milano.it).
I dati e le osservazioni raccolti mostrano come l’oratorio ambrosiano, pur radicato nella tradizione, stia già sperimentando forme nuove di prossimità e di annuncio, nate dall’ascolto dei bisogni concreti dei ragazzi, delle famiglie e dei territori.
L’analisi delle esperienze ha evidenziato la centralità di tre grandi ambiti di lavoro, che attraversano la vita di ogni comunità: l’orientamento esistenziale (scuola, formazione, vocazione), la prossimità (disabilità, intercultura, accoglienza, missionarietà) e l’aggregazione (sport, volontariato, animazione).
In questi ambiti l’oratorio manifesta la sua capacità di farsi “Chiesa in uscita”, di costruire reti educative e di interpretare i segni dei tempi, senza smarrire la propria identità.
L’oratorio come esperienza di Chiesa
Il lavoro svolto in questi due anni ha messo in luce alcune coordinate fondamentali che ispirano la prosecuzione del progetto: La comunità cristiana è il vero soggetto dell’oratorio. L’ascolto dei bisogni, la capacità di servire e la costruzione di reti educative sono le chiavi per un oratorio che rimanga vivo e significativo.
L’oratorio del nostro tempo non può limitarsi a ripetere schemi del passato: è chiamato ad abitare spazi e relazioni nuove, a rispondere ai bisogni emergenti, a formare operatori capaci di progettualità evangelica. La sfida è quella di mantenere l’unità nella pluralità, di custodire la tradizione senza chiudersi, di leggere il presente con lo sguardo di chi crede che l’annuncio del Vangelo possa ancora trasformare la vita delle persone.
Il Gazzettino della FOM – numero speciale dedicato a Èoratorio
Linee progettuali, finalità, composizione (pdf)
Èoratorio, significato, slogan e logo (pdf)
Video di presentazione (Youtube)
Leggi l’articolo sulla presentazione del progetto (Chiesadimilano.it)
Playlist ufficiale del progetto Èoratorio vai alla playlist
Il progetto Èoratorio non è “solo un’idea”, ma una vera e propria sfida per ripensare gli oratori come luoghi centrali di educazione e incontro nella società di oggi. Il 12 novembre scorso abbiamo organizzato un incontro a Milano con i principali protagonisti del progetto: i membri del Tavolo tecnico di progetto con operatori della FOM e altri provenienti da diversi soggetti ecclesiali e i membri del Comitato scientifico di ricerca che coinvolge l’Università Cattolica, l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, il Seminario di Milano e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose.









