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14 aprile e 12 maggio

Sale della comunità e compagnie teatrali:
quali sinergie?

Tre incontri a Milano, Olgiate Molgora e Cesano Maderno per favorire la reciproca conoscenza e un miglior coordinamento dell’attività

12 Marzo 2015
il nuovo cinema-teatro parrocchiale. visione d'insieme della "sala" cinema-teatro.

«La Sala della Comunità e la Compagnia teatrale: sinergie a confronto» è il tema di un incontro – programmato in tre date e luoghi diversi – rivolto alle numerose compagnie di teatro amatoriale, presenti in Diocesi, per approfondire la conoscenza reciproca e aprire un dialogo che favorisca il coordinamento nell’attività delle Sale.

Tra le associazioni cattoliche presenti e forti sul territorio, come l’Acec nel campo cinematografico, anche il Gatal in quello teatrale svolge un ruolo centrale di accompagnamento, assistenza e coordinamento per le molteplici attività culturali delle realtà parrocchiali. «Desideriamo incontrare sul territorio le molte compagnie amatoriali che da anni svolgono con passione attività teatrali», così afferma don Gianluca Bernardini, referente per il cinema e il teatro della Diocesi di Milano.

La scelta di programmare tre incontri è mirata a rispondere alle diverse esigenze, tenendo conto anche delle difficoltà logistiche. Decani, parroci e responsabili delle Sale sono invitati a partecipare, a scelta, a uno di questi tre appuntamenti:

Lunedì 23 marzo, ore 21: Teatro San Giuseppe, Milano (via Redi 21).
Martedì 14 aprile, ore 21: Teatro Oratorio San Giuseppe, Olgiate Molgora – Lecco (via Aldo Moro).
Martedì 12 maggio, ore 21: Centro don Pedretti, Cesano Maderno – Monza Brianza (via Molino Arese 15).

«Con il Gatal e il professor Fabrizio Fiaschini, presidente Federgat, vorremmo poter iniziare a conoscere meglio le realtà teatrali che operano all’interno delle nostre Sale – aggiunge don Bernardini -. Lo scopo, oltre a quello di prendere coscienza della varie realtà, è anche quello di cercare di servire meglio come Diocesi e associazioni le compagnie che nelle nostre Zone pastorali sono ancora vive e attive, a volte vere e proprie ricchezze sommerse che chiedono di essere “riscoperte” e “rivalutate” per un servizio culturale sempre più difficile, ma urgente. Se il campo è il mondo, ci sono “luoghi” più facilmente raggiungibili attraverso linguaggi “altri”, più vicini alla gente che si incrociano nelle nostre comunità cristiane».

«Le Sale della Comunità – afferma il professor Fabrizio Fiaschini, presidente nazionale della Federgat (Federazione Gruppi Attività Teatrali) – costituiscono un patrimonio straordinario non solo perché sono presenti capillarmente sul territorio (costituendo talvolta dei veri e propri presidi in aree scarsamente servite da iniziative culturali), ma soprattutto perché richiamano al valore originario del teatro, inteso come spazio creativo di relazione e approfondimento, come luogo in cui l’evento spettacolare costituisce un momento di condivisione collettiva tra attori e spettatori. In questa prospettiva – continua Fiaschini – il teatro amatoriale non rappresenta affatto la variante meno nobile del teatro professionistico, quanto piuttosto una modalità alternativa di “fare teatro”, per cui al primato dell’estetica e della qualità artistica si sostituisce il principio della comunicazione, dove l’arte è essenzialmente strumento di promozione sociale e di partecipazione comunitaria, dove il pubblico non è un soggetto passivo, ma protagonista, insieme agli attori, di un’azione corale che coinvolge tutti. Il teatro dunque come esperienza fondativa di senso – conclude il presidente della Federgat -: un valore che nelle derive frammentarie della nostra postmodernità si impone nuovamente come urgenza culturale, come ricerca di nuovi orizzonti di solidarietà e di coesione identitaria, in vista di un nuovo approccio a quegli spazi della vita collettiva che amiamo definire “beni comuni”».

«Un nota pastorale sulle Sale della Comunità – aggiunge Michele Faracci, presidente del Gatal (Gruppo Attività Teatrale Amatoriale Lombardia) -, in un punto specifico dedicato al teatro, afferma che, proprio per le potenzialità comunicative e riflessive del tutto singolari, la Chiesa ritiene importante riappropriarsi e valorizzare al massimo il suo sostegno al mondo del teatro, che ritiene strumento e chance ideale per un dialogo creativo con le forme espressive della cultura contemporanea. Un segno di questa volontà di attenzione e di rilancio pastorale nei confronti del teatro amatoriale, non sempre sufficientemente seguito dalla comunità ecclesiale, si ha appunto in questi incontri voluti dalla Diocesi ambrosiana. L’augurio – conclude Faracci – è che vi partecipino non solo i responsabili delle Compagnie teatrali, ma anche i responsabili delle Sale della Comunità interessate, nell’ottica di un proficuo servizio ecclesiale e di evangelizzazione, attraverso anche un teatro di comunità».