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Teatro

“Il Piccolo Principe”
affascina grandi e piccoli

Il capolavoro di Antoine De Saint-Exupéry, nell’allestimento diretto da Chiara Noschese e interpretato da Salvatore Palombi, in scena al Nazionale fino a dicembre

di Ylenia SPINELLI

16 Novembre 2015

Dopo aver tenuto compagnia a quasi 20 mila bambini nella passata stagione, è tornato al Nazionale di Milano Il Piccolo Principe. Lo spettacolo, tratto dal capolavoro di Antoine De Saint-Exupéry e firmato da Chiara Noschese, andrà in scena fino a dicembre ogni domenica mattina alle 10.30 (biglietti bambini 12 euro, adulti 19 euro, nonni accompagnati da almeno un bambino 15,50 euro. Infoline 02.00640888).

Così, in attesa dell’uscita del film d’animazione di Mark Osborne, prevista in Italia per la fine dell’anno, si potrà gustare a teatro una delle storie più emozionanti di tutti i tempi, portata in scena da Salvatore Palombi nella duplice veste di voce narrante e attore.

Il Piccolo Principe – di cui tutti ricordano la celebre frase: «L’essenziale è invisibile agli occhi. Non si vede che con il cuore» – è un testo autobiografico nato dalla penna di Saint-Éxupéry nel 1942 e pubblicato nel 1943. È considerato uno dei libri più letti al mondo e, pur essendo semplice e adatto ai bambini, contiene in realtà importanti spunti di riflessioni anche per gli adulti.

Godere della vera bellezza, prendersi cura dell’amore e coltivare l’amicizia sono solo alcuni dei temi chiave di questa storia, che vede sulla scena solo un personaggio, l’autore, che nello spettacolo è il pilota Antoine. Tempo e luogo sono decontestualizzati, ma entrando in sala si capisce che siamo nel deserto, dove il pilota è precipitato con il suo aereo. C’è un uomo solo, come Exupéry lo è stato veramente nella vita, perso e al limite delle proprie forze e per il quale risulterà decisivo l’incontro con un bambino, che dice di essere il principe di un lontano asteroide.

Scopo dello spettacolo, che presenta alcuni temi dei Pink Floyd in arrangiamenti quasi sconosciuti, è quello di coinvolgere i più piccoli, facendoli diventare protagonisti di ciò che accade in scena e sollecitandoli con domande, suoni e immagini.