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Tosca

Una dignità storica che merita di essere ricordata

Da Roma a Milano, una riflessione ispirata dalla recente “prima” scaligera

di Maria Luisa MENOZZI

20 Gennaio 2020

L’incipit è emozionante. A sipario chiuso e a luci abbassate il teatro è invaso dalle note dell’Inno di Mameli. Un brivido scorre dalla platea ai palchi e su fino al loggione. Sono note colme di suggestione. Il gesto magistrale del Direttore accompagna i suoni e dentro ciascuno di noi immancabilmente ritornano le parole dell’Inno nato in un momento in cui Roma nasceva a nuova vita riaffermandosi dal giogo del potere pontificio. Le parole sono piene d’orgoglio e risuonano come un incoraggiamento a riscoprire una dignità storica che merita di essere ricordata.

Così si introduce l’opera “Tosca” di Puccini.

Puccini ha vissuto a Milano; ha abitato in un palazzo di via Verdi accanto alla Scala. La sua presenza nella città gli ha meritato un largo successo popolare.

Puccini è stato molto seguito ed amato a Milano, dove le sue opere sono state intensamente apprezzate: le arie “Vissi d’arte e d’amore” e “Lucean le stelle”, si ripetevano nelle case evocando emozioni e suscitando interesse per le vicende che rappresentavano.

Tosca è tornata alla Prima della Scala a Sant’Ambrogio. Un meritato trionfo per l’eccezionale bravura dei cantanti, per la bellezza della musica e per la nuova interpretazione scenografica.

La vicenda dell’opera nasce in un momento storico. Roma è una repubblica appena liberata dal dominio di Napoleone ed ha una vita breve. La regia sottolinea questo fatto storico rappresentando l’oppressione di un dominio nell’ambientazione della chiesa di Sant’Andrea alla Valle, nel perfido accanimento di Scarpia, nelle torture e nella prigione di Sant’Angelo, ed anche nella storia di Tosca che si ribella e vince.

Per questo si inserisce anch’essa negli schemi percorsi da Giuseppe Verdi che nelle sue opere, il Nabucco, l’Aida, I Vespri Siciliani, voleva e riusciva a confrontare le vicende rappresentate con la sofferenza del popolo oppresso che cercava la libertà e voleva affermarsi dal giogo straniero. Per questo Verdi è stato tanto amato e tuttora il richiamo sensibile ad un passato sofferto suscita emozione e fa meditare.

Quello che non si poteva dire apertamente veniva detto attraverso la musica, capace di trascinare più di ogni altro mezzo e di lasciare tracce indelebili.

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