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Immigrazione

Mille euro per un contratto fasullo da badante

La denuncia della Camera del Lavoro di Milano: «Purtroppo ci sono già arrivate voci, da parte di diversi utenti, di personaggi che chiedono dagli 800 ai 1000 euro per aiutare gli immigrati»

Stefania CULURGIONI Redazione

31 Agosto 2009

Mille euro: è quanto vale un contratto fasullo di lavoro da badante sulla piazza di Milano. A denunciare la situazione è la Camera del Lavoro di Milano, al cui sportello immigrazione di corso di Porta Vittoria ogni giorno si rivolgono per chiedere informazioni circa 150 persone. «Purtroppo ci sono arrivate voci, da parte di diversi utenti passati dallo sportello, di personaggi che propongono agli immigrati un “aiuto” per sistemarsi – afferma Giuseppe Vallifuoco, responsabile del Dipartimento politiche per l’immigazione della Cgil di Milano -. Promettono di risolvere tutto loro, ma chiedono 800 o anche 1000 euro per la prestazione che include contratto di lavoro e invio della pratica di regolarizzazione».
Secondo la Cgil sono circa 55 mila a Milano e provincia le famiglie italiane con una badante irregolare: «Un dato dedotto dall’ultimo decreto flussi del 2007/2008, in cui arrivarono 83 mila domande di lavoro e più del 50% erano di richiesta di lavoro domestico», precisa Vallifuoco.
Allo sportello della Cgil si presentano anche immigrati che non sono badanti o colf: «Lavorano per le imprese di pulizia. Puliscono banche e uffici e non riescono a spiegarsi cosa ci sia di diverso tra quello che fanno loro e quello che fa una colf – aggiunge il responsabile della Cgil -. La stessa recriminazione la fanno manovali, camerieri, cuochi, e chi lavora nella logistica. Noi infatti abbiamo sempre sostenuto che non bisogna fare differenze e che tutti i lavori devono essere regolarizzati, ma agli stranieri che arrivano spieghiamo ovviamente quello che prevede la legge».
Flusso di immigrati anche al patronato Acli di via della Signora, circa 200 al giorno. Le Acli hanno messo a disposizione cinque operatori in più per curare le pratiche di regolarizzazione. «Abbiamo raccomandato a tutti di mantenere la calma – spiega Mirko Pozzi, responsabile dell’area Gestione lavoro domestico – . Non è necessario affrettarsi ai primi giorni e c’è tempo tutto il mese».
La nuova normativa aggiungerà nuovo lavoro in più al Patronato Acli. Attualmente le Acli gestiscono le pratiche di 3 mila famiglie tra Milano e Provincia, ma finora si è sempre trattato di persone che hanno alle dipendenze colf e badanti straniere già in possesso di documenti regolari. «Li assistiamo dal punto di vista fiscale e contabile – precisa Pozzi -. Si tratta infatti di famiglie che sono sempre state dall’altro lato della barricata poi a un certo punto si sono trovati ad essere datori di lavoro, senza però averne il know how. Una famiglia infatti non ha un ufficio contabile, e noi li aiutiamo a stilare il contratto, a fare le buste paga, a pagare i contributi all’Inps. Con la regolarizzazione che partirà dal primo di settembre avremo molte più richieste, perché la normativa permette di mettere in regola con il permesso di soggiorno colf e badanti finora clandestini». Mille euro: è quanto vale un contratto fasullo di lavoro da badante sulla piazza di Milano. A denunciare la situazione è la Camera del Lavoro di Milano, al cui sportello immigrazione di corso di Porta Vittoria ogni giorno si rivolgono per chiedere informazioni circa 150 persone. «Purtroppo ci sono arrivate voci, da parte di diversi utenti passati dallo sportello, di personaggi che propongono agli immigrati un “aiuto” per sistemarsi – afferma Giuseppe Vallifuoco, responsabile del Dipartimento politiche per l’immigazione della Cgil di Milano -. Promettono di risolvere tutto loro, ma chiedono 800 o anche 1000 euro per la prestazione che include contratto di lavoro e invio della pratica di regolarizzazione».Secondo la Cgil sono circa 55 mila a Milano e provincia le famiglie italiane con una badante irregolare: «Un dato dedotto dall’ultimo decreto flussi del 2007/2008, in cui arrivarono 83 mila domande di lavoro e più del 50% erano di richiesta di lavoro domestico», precisa Vallifuoco.Allo sportello della Cgil si presentano anche immigrati che non sono badanti o colf: «Lavorano per le imprese di pulizia. Puliscono banche e uffici e non riescono a spiegarsi cosa ci sia di diverso tra quello che fanno loro e quello che fa una colf – aggiunge il responsabile della Cgil -. La stessa recriminazione la fanno manovali, camerieri, cuochi, e chi lavora nella logistica. Noi infatti abbiamo sempre sostenuto che non bisogna fare differenze e che tutti i lavori devono essere regolarizzati, ma agli stranieri che arrivano spieghiamo ovviamente quello che prevede la legge».Flusso di immigrati anche al patronato Acli di via della Signora, circa 200 al giorno. Le Acli hanno messo a disposizione cinque operatori in più per curare le pratiche di regolarizzazione. «Abbiamo raccomandato a tutti di mantenere la calma – spiega Mirko Pozzi, responsabile dell’area Gestione lavoro domestico – . Non è necessario affrettarsi ai primi giorni e c’è tempo tutto il mese».La nuova normativa aggiungerà nuovo lavoro in più al Patronato Acli. Attualmente le Acli gestiscono le pratiche di 3 mila famiglie tra Milano e Provincia, ma finora si è sempre trattato di persone che hanno alle dipendenze colf e badanti straniere già in possesso di documenti regolari. «Li assistiamo dal punto di vista fiscale e contabile – precisa Pozzi -. Si tratta infatti di famiglie che sono sempre state dall’altro lato della barricata poi a un certo punto si sono trovati ad essere datori di lavoro, senza però averne il know how. Una famiglia infatti non ha un ufficio contabile, e noi li aiutiamo a stilare il contratto, a fare le buste paga, a pagare i contributi all’Inps. Con la regolarizzazione che partirà dal primo di settembre avremo molte più richieste, perché la normativa permette di mettere in regola con il permesso di soggiorno colf e badanti finora clandestini».