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Milano

Centenario di Lazzati, messa con l’Arcivescovo

Tra i più importanti appuntamenti commemorativi dell'anniversario, la celebrazione è in programma sabato 13 giugno, alle 17.30, in Duomo

Carlo ROSSI Redazione

8 Giugno 2009
il prof. giuseppe lazzati in piedi legge al microfono

Sabato 13 giugno, alle 17.30, in Duomo, l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, presiederà la celebrazione eucaristica per il centenario della nascita di Giuseppe Lazzati, nato il 22 giugno 1909. È questa una delle iniziative del ricco calendario delle celebrazioni del centenario, a cui sono invitati a partecipare tutti i fedeli.
L’iniziativa nasce dal comitato promotore per le celebrazioni di Giuseppe Lazzati, del quale fanno parte Azione Cattolica, Ambrosianeum, Fondazione Giuseppe Lazzati, Città dell’Uomo, Associazione Cultura Giuseppe Lazzati, Istituto Secolare Cristo Re.
Il cardinale Tettamanzi, con una santa messa, celebrerà la figura spirituale di Lazzati, un uomo che ha attraversato il Novecento ponendosi sempre come testimone esemplare di dirittura morale e di alto spessore intellettuale. Un esempio ancora attuale, anche per le nuove generazioni.
Lazzati è stato direttore del quotidiano cattolico L’Italia, presidente diocesano di Azione Cattolica, professore di Letteratura cristiana antica e poi rettore dell’Università Cattolica di Milano, fondatore dell’Ambrosianeum e di Città dell’uomo.
In un recente convegno organizzato dalla Provincia di Milano a lui dedicato, Lazzati è stato definito un cattolico autentico, un politico saggio e un educatore appassionato: una delle sue caratteristiche distintive è stata proprio la poliedricità dei suoi impegni, per i quali si spendeva senza sosta, declinando la sua vita al servizio della carità.
Nell’immediato dopoguerra Lazzati lavorò alla nascita della democrazia e per questo è ricordato come uno dei padri della Repubblica. Abbandonò la stagione politica per dedicarsi all’innata passione di educatore di coscienze: nel 1968 divenne rettore della Cattolica. Si spese sempre per educare i giovani cattolici a un’idea alta della politica, della quale difese sempre la laicità, significativo testimone autentico delle parole che comunicava.
Le sue qualità etico-morali emersero esemplarmente durante la sua prigionia, nel 1943, in un lager tedesco (fu internato perché rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana). A un certo punto avrebbe potuto essere liberato, ma restò nel lager, perché voleva condividere cristianamente la croce della sofferenza con gli altri compagni di prigionia. Sabato 13 giugno, alle 17.30, in Duomo, l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, presiederà la celebrazione eucaristica per il centenario della nascita di Giuseppe Lazzati, nato il 22 giugno 1909. È questa una delle iniziative del ricco calendario delle celebrazioni del centenario, a cui sono invitati a partecipare tutti i fedeli.L’iniziativa nasce dal comitato promotore per le celebrazioni di Giuseppe Lazzati, del quale fanno parte Azione Cattolica, Ambrosianeum, Fondazione Giuseppe Lazzati, Città dell’Uomo, Associazione Cultura Giuseppe Lazzati, Istituto Secolare Cristo Re.Il cardinale Tettamanzi, con una santa messa, celebrerà la figura spirituale di Lazzati, un uomo che ha attraversato il Novecento ponendosi sempre come testimone esemplare di dirittura morale e di alto spessore intellettuale. Un esempio ancora attuale, anche per le nuove generazioni.Lazzati è stato direttore del quotidiano cattolico L’Italia, presidente diocesano di Azione Cattolica, professore di Letteratura cristiana antica e poi rettore dell’Università Cattolica di Milano, fondatore dell’Ambrosianeum e di Città dell’uomo.In un recente convegno organizzato dalla Provincia di Milano a lui dedicato, Lazzati è stato definito un cattolico autentico, un politico saggio e un educatore appassionato: una delle sue caratteristiche distintive è stata proprio la poliedricità dei suoi impegni, per i quali si spendeva senza sosta, declinando la sua vita al servizio della carità.Nell’immediato dopoguerra Lazzati lavorò alla nascita della democrazia e per questo è ricordato come uno dei padri della Repubblica. Abbandonò la stagione politica per dedicarsi all’innata passione di educatore di coscienze: nel 1968 divenne rettore della Cattolica. Si spese sempre per educare i giovani cattolici a un’idea alta della politica, della quale difese sempre la laicità, significativo testimone autentico delle parole che comunicava.Le sue qualità etico-morali emersero esemplarmente durante la sua prigionia, nel 1943, in un lager tedesco (fu internato perché rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana). A un certo punto avrebbe potuto essere liberato, ma restò nel lager, perché voleva condividere cristianamente la croce della sofferenza con gli altri compagni di prigionia.