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Metter su casa, indagine dell’Ac

L'associazione ha svolto una ricerca tra i 30-40enni, che ha messo in evidenza l'emergenza abitativa legata a costi, affitti e mutui troppo onerosi in rapporto agli stipendi. Richiesti diversi tipi di agevolazioni. Ora il lavoro continua nelle parrocchie

5 Giugno 2008

23/04/2008

di Luisa BOVE

Hanno fatto centro i giovani-adulti di Azione Cattolica che per due giorni, nell’ambito della fiera “Fa’ la cosa giusta”, hanno svolto un’indagine sulla questione abitativa. Molti rispondevano: «Èproprio il mio problema», oppure «Èil tema al quale sto pensando in questo periodo».

Il target scelto per l’inchiesta riguardava persone tra i 30 e i 40 anni, ma l’aspetto positivo è che «tutti volevano dire qualcosa – spiega Paolo Rappellino, che per due ore ha distribuito e raccolto questionari -. Tanti si dicevano stupiti che “un’organizzazione legata alla Chiesa si occupi di queste cose”, oppure domandavano esplicitamente: “Come mai l’Azione Cattolica fa qualcosa sulla vita sociale?”».

In 300 hanno risposto al questionario “Metter su casa”, ma restituendolo chiedevano espressamente che «i risultati dell’indagine non rimanessero solo all’interno della Chiesa – dice Serena Arrigoni -, ma venissero riferiti alle autorità competenti». La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di abitare in case di proprietà, un’altra fetta in affitto, in parte con i genitori e una minoranza in comodato (appartamenti di parenti).

Che esista un’emergenza casa non c’è dubbio, ma alla domanda sul “perché?” gli interpellati hanno lamentato «costi e affitti troppo alti e mutui difficili da rispettare», spiega Arrigoni. In tanti però hanno dichiarato che sono elevati «rispetto agli stipendi molto bassi, se poi l’unico reddito è quello del lavoro…». Questa era l’unica domanda aperta, spiega Arrigoni, «ma tutti hanno risposto perché avevano voglia di dire che cosa non va».

L’ultimo quesito riguardava il tipo di “agevolazione” o “politica per la casa”. Dall’elenco proposto gli interpellati dovevano scegliere la soluzione che ritenevano risolutiva, ma hanno faticato a indicarne una sola perché dicevano: «Ci vogliono tutte!». Dal bonus per l’acquisto della casa all’edilizia convenzionata, dai canoni “ragionevoli” alle agevolazioni sull’Ici, senza escludere i tassi agevolati sui mutui. Ma tutti affermavano: «Ci vuole un grande intervento».

Quella di settimana scorsa è la prima tappa dell’indagine promossa dall’Ac, perché ora il lavoro continua nelle parrocchie. Non sarà un’inchiesta capillare, assicurano gli organizzatori, ma certo offrirà uno spaccato interessante. I gruppi di giovani-adulti presenti in diocesi si organizzeranno con banchetti davanti alle chiese o nei quartieri e distribuiranno il questionario con le 15 domande sulla casa.

Ma è già in preparazione una versione più lunga, che comprende anche «lo stile di vita in famiglia» e «i rapporti con il quartiere». Per rispondere a tutti gli interrogativi non basteranno più i 7 minuti del primo questionario; per questo il consiglio sarà quello di proporlo ad amici e conoscenti andando la sera nelle case.

«Questa dovrebbe diventare una maggiore occasione di scambio – spiega Arrigoni -, non solo a scopi statistici, ma per aiutare a riflettere su questi temi». Al termine dell’indagine tutti i dati raccolti verranno elaborati e toccherà al sociologo Francesco Marcaletti analizzare i risultati.