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Editoria

Più libri religiosi, anche di editori laici

Il rapporto dell’Osservatorio dell’editoria religiosa italiana promosso dall’Uelci: in dieci anni i lettori di libri religiosi sono aumentati di 900 mila unità

5 Dicembre 2011

Dal 2000 al 2007 in Italia il numero delle persone che in dodici mesi leggono almeno un libro religioso è aumentato del 2% all’anno: dal 2007 al 2010 la crescita ha raggiunto il 6%; tra il 2000 e il 2010 i lettori di un libro religioso sono cresciuti di 900 mila unità. Si tratta di dati riportati dal rapporto dell’Osservatorio dell’editoria religiosa italiana, promosso dall’Unione editori e librai cattolici italiani con la collaborazione del Consorzio per l’editoria cattolica e dell’Associazione italia editori. Scopo dell’Osservatorio è quello di fornire alle case editrici e alle librerie strumenti conoscitivi su cui basare le loro strategie editoriali e commerciali e grazie ai quali poter comprendere le dinamiche del settore e raffrontarle alla propria produzione.

La crescita maggiore si registra fra i lettori di età compresa tra i 18 e i 54 anni che, per le relazioni che intrattengono a livello familiare, professionale e sociale, esercitano anche un ruolo di decision maker, ma che non per questo si privano della lettura di un libro religioso, in cui anzi ricercano un aiuto per le loro scelte di vita e di lavoro.

La ricerca è stata condotta tra 796 editori, religiosi e laici: i primi rappresentano il 25% e nel 2010 hanno prodotto il 79% dei titoli, i secondi assommano al 72% e costituiscono il 18% della produzione. Nel 2010 sono stati pubblicati 4326 libri religiosi: il 29,5% nella cosiddetta “area riflessiva” (Teologia, Bibbia. Morale, Dogmatica, Storia e Patrologia), il 44% in quella “divulgativa” (Meditazione, Pastorale, Liturgia, Catechesi). Il tema Formazione/Famiglia ha prodotto 271 testi, pari al 4,6%.

Fenomeno rilevante degli ultimi anni è l’interesse degli editori laici al libro religioso: nel 2010 il 39% della produzione riflessiva è spettata agli editori laici, con prevalenza per i volumi dedicati alle Religioni (in particolare orientali e antiche) e alla Storia/Patrologia; decisamente più bassa l’attenzione alla Bibbia. Un interesse produttivo, quindi, a metà strada fra una domanda su Dio e una generica ricerca di spiritualità. Nell’area divulgativa, invece, l’interesse degli editori laici si concentra sugli autori cattolici più appetibili, che garantiscono una maggiore penetrazione nel mercato. Nel complesso della produzione l’editoria laica costituisce il 18%, percentuale rilevante in un settore dove l’impronta confessionale è più marcata.

Anche gli editori cattolici, dal canto loro, si stanno impegnando per conquistare visibilità nelle librerie laiche: il loro indice di presenza nelle librerie di “varia” è del 26% per l’area riflessiva e dell’8,5% per l’area divulgativa, dove prevale la capacità commerciale di penetrazione degli editori laici anche quando pubblicano i testi di autori cattolici. L’indice totale di presenza degli editori religiosi nelle librerie laiche dell’area religiosa risulta del 14,7%: un segnale che testimonia come l’editoria cattolica abbia ormai accettato la sfida dell’editoria laica.