Don Carlo nel 1946 pubblicò Restaurazione della persona umana, ove raccolse la riflessione maturata in lui nell’inferno bianco della Russia, che inghiottì decine di migliaia di giovani soldati italiani: «Mancano all’uomo moderno – e la guerra ha finito per dare l’ultimo colpo di piccone – ragioni ferme ed immutabili di vita, valori eterni e non contrattabili che condizionino i valori terreni e contingenti, certezze fondamentali che diano coerenza e intelligibilità alla favola dell’esistenza umana. Per questo siamo caduti nell’incoerenza, nel frammentarismo della vita, nel compromesso e nella irresponsabilità morale, nel girellismo politico e nella dilagante disonestà pubblica e privata».
Sembrano parole d’oggi, tanto forte è la denuncia, non vecchie di sessant’anni. E continuava: «Quando l’uomo non possiede più un nucleo centrale fermo e preciso, intorno a cui polarizzare le azioni divergenti dell’esistenza, quando non ha più una meta chiara e trascendente verso cui convogliare il fascio multiforme e discorde delle sue attività, allora è naturale che la personalità si dissolva in una successione alogica di momenti diversi e incoerenti; tanto la vita dell’individuo quanto quella dell’umanità».
Come reagire, allora? Cosa proporre per un rinnovato futuro del mondo? Don Carlo quasi lo gridò: «Cristo vero Dio e vero uomo, è l’esemplare e la forma perfetta cui deve mirare e tendere ogni uomo che voglia possedere una personalità veramente umana, capace di attuare pienamente l’istinto che la sospinge a superarsi e ad ascendere verso il divino; Cristo è la sorgente di quella forza divina che sola può rendere possibile, come lo fu nei Santi, il ripetersi in ogni uomo di questa Sua mirabile personalità. Ogni restaurazione della persona umana, che non voglia essere parziale, effimera o dannosa come quelle finora attuate dalla civiltà, non può essere quindi che la restaurazione della persona di Cristo in ogni uomo». Sembrano le parole che disse Giovanni Paolo II il 22 ottobre 1978: «Non abbiate paura di Cristo! Solo Lui sa cosa c’è nel cuore dell’uomo!».
Forse don Carlo aveva ragione. Don Carlo nel 1946 pubblicò Restaurazione della persona umana, ove raccolse la riflessione maturata in lui nell’inferno bianco della Russia, che inghiottì decine di migliaia di giovani soldati italiani: «Mancano all’uomo moderno – e la guerra ha finito per dare l’ultimo colpo di piccone – ragioni ferme ed immutabili di vita, valori eterni e non contrattabili che condizionino i valori terreni e contingenti, certezze fondamentali che diano coerenza e intelligibilità alla favola dell’esistenza umana. Per questo siamo caduti nell’incoerenza, nel frammentarismo della vita, nel compromesso e nella irresponsabilità morale, nel girellismo politico e nella dilagante disonestà pubblica e privata».Sembrano parole d’oggi, tanto forte è la denuncia, non vecchie di sessant’anni. E continuava: «Quando l’uomo non possiede più un nucleo centrale fermo e preciso, intorno a cui polarizzare le azioni divergenti dell’esistenza, quando non ha più una meta chiara e trascendente verso cui convogliare il fascio multiforme e discorde delle sue attività, allora è naturale che la personalità si dissolva in una successione alogica di momenti diversi e incoerenti; tanto la vita dell’individuo quanto quella dell’umanità».Come reagire, allora? Cosa proporre per un rinnovato futuro del mondo? Don Carlo quasi lo gridò: «Cristo vero Dio e vero uomo, è l’esemplare e la forma perfetta cui deve mirare e tendere ogni uomo che voglia possedere una personalità veramente umana, capace di attuare pienamente l’istinto che la sospinge a superarsi e ad ascendere verso il divino; Cristo è la sorgente di quella forza divina che sola può rendere possibile, come lo fu nei Santi, il ripetersi in ogni uomo di questa Sua mirabile personalità. Ogni restaurazione della persona umana, che non voglia essere parziale, effimera o dannosa come quelle finora attuate dalla civiltà, non può essere quindi che la restaurazione della persona di Cristo in ogni uomo». Sembrano le parole che disse Giovanni Paolo II il 22 ottobre 1978: «Non abbiate paura di Cristo! Solo Lui sa cosa c’è nel cuore dell’uomo!».Forse don Carlo aveva ragione.
Un pensiero attuale
«Solo Cristo lo sa»
Ennio APECITI responsabile Servizio per le Cause dei santi Redazione
17 Aprile 2009