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Sant’Ambrogio alla radice dell’amicizia

Il patrono della diocesi di Milano è presente nelle icone-calendario della chiesa di Mosca ed è venerato nei monasteri e dai fedeli delle chiese orientali

3400 - incroci Redazione Diocesi

25 Agosto 2008

25/08/2008

di Giorgio ACQUAVIVA

È ovviamente Ambrogio l’elemento vincente del rapporto fraterno e costruttivo fra la Chiesa cattolica ambrosiana e la Chiesa ortodossa di Russia. Il vescovo di Milano – che da funzionario imperiale fu acclamato pastore dal popolo, Padre della Chiesa e Santo della Chiesa indivisa – è stabilmente presente nelle icone-calendario della Chiesa di Mosca e venerato nei monasteri e dal popolo fedele nelle chiese orientali. Per averne certa conferma, basterebbe ripensare all’accoglienza commossa che ricevette dal Patriarca Alessio II la copia della Capsella di San Nazaro con le reliquie del IV secolo che il cardinal Tettamanzi portò in dono nell’ottobre 2006.
Volontà di ascolto, rispetto reciproco delle secolari e valide tradizioni, comune sensibilità popolare e sociale, una certa "assonanza" spirituale, anche liturgica, fiducia fondata sulla conoscenza diretta, permettono alle due Chiese sorelle di capirsi e di stimarsi.

Il cammino più recente è stato intrapreso dal cardinale Carlo Maria Martini e prosegue con convinzione con il suo successore. Scambi e immersioni nelle realtà delle due Chiese sono ormai una consuetudine e la novità riguarda soprattutto la intensificazione di viaggi, pellegrinaggi, visite accademiche, approfondimenti teologici. Favoriti anche dalla circostanza che aumentano – a Milano e in diocesi – gli arrivi da Russia, Ucraina e Moldavia. L’assegnazione di edifici di culto alla Chiesa ortodossa russa (così come ad altre Chiese ortodosse) è stato (ed è) vissuto come gesto di riconciliazione e amicizia. «Una espressione della misericordia di Dio», ha definito la continuità di questa collaborazione Sua Santità Alessio II.

Il pontificato di Benedetto XVI – anche con i suoi interventi, magari poco appariscenti, per superare ed evitare atteggiamenti di proselitismo in terra canonica di altre Chiese sorelle – sta aprendo diversi sentieri di incontro. La sintonia sull’analisi della situazione mondiale, le comuni preoccupazioni sulle questioni morali, il rafforzamento della famiglia, i temi della bioetica, sono certamente occasioni per sviluppare posizioni e azioni comuni. Per la credibilità del Vangelo di Cristo e delle Chiese che se ne fanno portatrici.

In questo quadro si inserisce anche il "sogno" del cardinal Tettamanzi, e della Chiesa che è in Milano, di una celebrazione ecumenica e interconfessionale, nel 2013, del 17° centenario dell’Editto di Costantino che mise termine alle persecuzioni contro i cristiani. Il Patriarca Alessio II ha dato l’assenso all’iniziativa e sarebbe davvero un fatto eccezionale vedere i "due polmoni" della Chiesa universale respirare all’unisono in una occasione del genere. E sullo sfondo rimane la possibilità, quando le condizioni lo permetteranno, di un incontro di abbraccio e riconciliazione, fra il Vescovo di Roma e il Patriarca di Russia.
I tempi stanno maturando. E ancora una volta la strada fra Mosca e Roma potrebbe passare per Milano.