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Boom del gioco d’azzardo tra i giovani: è allarme dipendenza

Lo rivela il "Rapporto 2009" curato da Nomisma: giocano 686 mila ragazzi tra i 16 e i 19 anni, con una spesa media mensile di 10 euro

2 Ottobre 2009

A dispetto della crisi economica, nel 2008 il settore dei giochi pubblici ha raccolto 47,5 miliardi di euro, una cifra pari al 3% del Pil italiano, che mostra robusti tassi di crescita anche nel 2009, con previsioni pari a +11% nel primo semestre. Questa rilevante valenza economica trova riscontro in un fenomeno sociale di vastissime proporzioni. È questo – informa l’agenzia Agicos – il tema principale del “Rapporto 2009 gioco e giovani” di Nomisma.
Nel 2008 oltre 28 milioni di italiani hanno tentato la fortuna almeno una volta e tra questi per circa un quarto l’appuntamento con il gioco ha una frequenza almeno settimanale. La diffusione del gioco tra gliitaliani coinvolge anche i giovani e i giovanissimi, una fascia di età particolarmente sensibile e vulnerabile. L’attenzione di Nomisma si è perciò soffermata su questo specifico target di utenti tramite un’indagine che ha coinvolto 8.582 studenti delle classi IV e V delle scuole secondarie di secondo grado. Nel 2008 il 68% del campione ha tentato la fortuna almeno una volta con una spesa media mensile di 10 euro: si tratta di circa 686 mila ragazzi tra i 16 e i 19 anni. A dispetto della crisi economica, nel 2008 il settore dei giochi pubblici ha raccolto 47,5 miliardi di euro, una cifra pari al 3% del Pil italiano, che mostra robusti tassi di crescita anche nel 2009, con previsioni pari a +11% nel primo semestre. Questa rilevante valenza economica trova riscontro in un fenomeno sociale di vastissime proporzioni. È questo – informa l’agenzia Agicos – il tema principale del “Rapporto 2009 gioco e giovani” di Nomisma.Nel 2008 oltre 28 milioni di italiani hanno tentato la fortuna almeno una volta e tra questi per circa un quarto l’appuntamento con il gioco ha una frequenza almeno settimanale. La diffusione del gioco tra gliitaliani coinvolge anche i giovani e i giovanissimi, una fascia di età particolarmente sensibile e vulnerabile. L’attenzione di Nomisma si è perciò soffermata su questo specifico target di utenti tramite un’indagine che ha coinvolto 8.582 studenti delle classi IV e V delle scuole secondarie di secondo grado. Nel 2008 il 68% del campione ha tentato la fortuna almeno una volta con una spesa media mensile di 10 euro: si tratta di circa 686 mila ragazzi tra i 16 e i 19 anni. Fascino e popolarità Questa quota è nettamente superiore a quella stimata per la popolazione totale con più di 15 anni, che si attesta al 55%. Un segno inequivocabile del fascino che il gioco esercita sui ragazzi. Secondo i dati di Nomisma, fra le motivazioni che spingono i ragazzi al gioco prevale la speranza di una vincita (51%) e il divertimento (28%), mentre l’incontro con il mondo dei giochi è molto spesso fortuito (il 52% indica che ha iniziato a giocare “per caso”). Viceversa i ragazzi che non si sono mai avvicinati al gioco nel 2008 (32%) spiegano tale distacco con lo scarso interesse e attrattività.I giochi più popolari sono il Gratta&Vinci (53%), il SuperEnalotto (39%) e il Lotto (27%). I ragazzi sembrano apprezzare anche tipologie di gioco di recente ingresso sul mercato regolare: le scommesse in agenzia su eventi sportivi, le New Slot e il poker on line (introdotto dal settembre 2008). Il 57% del campione dedica al gioco meno di 1 ora al mese. Pertanto il gioco è in genere un passatempo occasionale e ha un impatto limitato sulla vita quotidiana. Il 54% è consapevole delle maggiori possibilità di perdere, l’8% reinveste in gioco le vincite e il 56% non giocherebbe nulla davanti a un’inaspettata e consistente disponibilità di denaro. Propensione al gioco e atteggiamenti sociali La frequenza delle giocate cresce per alcune tipologie di gioco (scommesse sportive e New Slot). Inoltre la propensione al gioco è sensibilmente maggiore tra i ragazzi (76% rispetto al 61% delle ragazze), nelle aree del Sud-Isole (75%), negli istituti professionali (78%), tra gli studenti che provengono da famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco (80%).Il 22% degli studenti ha partecipato a almeno 5 tipologie di gioco, dato che sembrerebbe denotare un certo interesse per il gioco tout court. Più preoccupanti le implicazioni negative sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 24% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori, il 5% ha derogato a impegni scolastici e/o familiari per giocare, mentre quasi il 12% gioca per sfuggire ai problemi personali (in questi ultimi due casi la spesa media raggiunge i 30 euro al mese). Ignoranza delle regole Malgrado la diffusa percezione delle possibili derive patologiche del gioco – il 92% ne è consapevole -, il 38% degli studenti oggetto dell’indagine ritiene di non aver sufficienti informazioni a riguardo.Altra problematica è la scarsa conoscenza della normativa in materia di giochi e scommesse: il 17% dei ragazzi ignora completamente l’esistenza di limiti di età per la partecipazione a talune tipologie di gioco. Alla scarsa conoscenza si accompagna il mancato rispetto delle leggi che regolamentano l’accesso ai giochi. L’indagine, infine, rileva importanti tassi di partecipazione a giochi e scommesse tra i minorenni: New Slot (14%), scommesse sportive in agenzia (20%), Bingo (11%) e Poker online (7%).