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Inaugurazione

Restaurata l’artistica sacrestia del Carmine a Milano

Dopo un intervento di manutenzione straordinaria, tornano all'antico splendore gli arredi lignei barocchi di Santa Maria del Carmine a Milano (piazza del Carmine, 2). Sabato 11 luglio, alle ore 17, avverrà l'inaugurazione con la presentazione dei lavori effettuati.

Redazione Redazione

10 Luglio 2009

Progettata da Gerolamo Quadrio, la Sacrestia della chiesa di Santa Maria del Carmine a Milano è stata realizzata dall’intagliatore valtellinese Giovanni Quadrio e dalla sua bottega dal 1691 al 1707. La sacrestia appare come uno degli esempi più interessanti e di valore della maestria raggiunta dai maestri intagliatori lombardi alla fine del 1600 ed è considerata la più complessa ed articolata sacrestia barocca di Milano. L’arredo in noce segue il perimetro rettangolare della sala, smussandone con grazia gli angoli e si svolge su due ordini. Il secondo ordine si interrompe dove si aprono le finestre e si articola in comparti verticali; ognuno di questi compatti reca due formelle polilobate: con rilievi raffiguranti scene carmelitane, bibliche e agiografiche. Sugli angoli dell’alzata sono collocali putti e motivi decorativi, mentre sulla cornice superiore sono collocati busti di vescovi, affiancati da putti anch’essi sopra mensole. Sui mobili accanto all’altare (nei quali si aprono i ripostigli), sono posti due ovali raffiguranti due monache, mentre sopra la porta d’ingresso, è collocato un riquadro raffigurante Elia. Sopra l’altare troneggia un’ancona di forma polilobata, raffigurante la Vergine in gloria (incoronata da un angelo), che offre lo “scapolare” a San Simone Stock, mentre il Bambino Gesù offre una ghirlanda di fiori a Santa Teresa d’Avila. Da notare anche la tela di Federico Bianchi raffigurante il Beato Andrea Corsini. Progettata da Gerolamo Quadrio, la Sacrestia della chiesa di Santa Maria del Carmine a Milano è stata realizzata dall’intagliatore valtellinese Giovanni Quadrio e dalla sua bottega dal 1691 al 1707. La sacrestia appare come uno degli esempi più interessanti e di valore della maestria raggiunta dai maestri intagliatori lombardi alla fine del 1600 ed è considerata la più complessa ed articolata sacrestia barocca di Milano. L’arredo in noce segue il perimetro rettangolare della sala, smussandone con grazia gli angoli e si svolge su due ordini. Il secondo ordine si interrompe dove si aprono le finestre e si articola in comparti verticali; ognuno di questi compatti reca due formelle polilobate: con rilievi raffiguranti scene carmelitane, bibliche e agiografiche. Sugli angoli dell’alzata sono collocali putti e motivi decorativi, mentre sulla cornice superiore sono collocati busti di vescovi, affiancati da putti anch’essi sopra mensole. Sui mobili accanto all’altare (nei quali si aprono i ripostigli), sono posti due ovali raffiguranti due monache, mentre sopra la porta d’ingresso, è collocato un riquadro raffigurante Elia. Sopra l’altare troneggia un’ancona di forma polilobata, raffigurante la Vergine in gloria (incoronata da un angelo), che offre lo “scapolare” a San Simone Stock, mentre il Bambino Gesù offre una ghirlanda di fiori a Santa Teresa d’Avila. Da notare anche la tela di Federico Bianchi raffigurante il Beato Andrea Corsini.