04/06/2008
di Tiziana NAVA
Romanziere, poeta, pittore, regista: molteplici forme d’arte per rappresentare la realtà complessa di un uomo. Riscopriamo Pasolini!, il nuovo libro di Maddalena Capasso, riabilita la figura dell’artista, poco conosciuta, offuscata dal peso di una morte infamante e violenta ma, soprattutto, vittima di tre pregiudizi del suo tempo: l’omosessualità, il comunismo e l’ateismo.
L’ostracismo, invece, sembra essere la causa che finora ha impedito la pubblicazione di quest’opera. Forse, dopo trent’anni, varrebbe la pena di portare alla luce una verità nascosta da troppo tempo e restituire a un artista dimenticato e calunniato il posto che gli spetta nel panorama culturale italiano del XX secolo.
Nel 1980 Maddalena Capasso, operatrice culturale del Ministero degli Esteri, prese parte a un congresso sulla figura di Pasolini organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di New York. In quell’occasione incontrò Alberto Moravia e Giuseppe Zigaina, amico dell’artista. Quest’ultimo, in particolare, aprì le porte a una nuova visione di Pasolini, attenta al profilo umano e letterario del regista, tutti aspetti che prescindono dalle ragioni politiche che fino ad allora ne avevano precluso una valutazione libera da pregiudizi. Riscopriamo Pasolini! di Maddalena Capasso èil tentativo di smantellare questi pregiudizi, di corrodere certezze granitiche che affondano le radici in un passato lungo trent’anni.
Partendo dalla lunga relazione dell’artista con Maria Callas e Laura Betti, l’autrice prende quindi le distanze dall’accusa di omosessualità mossa a Pasolini dai suoi contemporanei e frutto della mentalità omofobica dell’Italia di allora.
Quanto al comunismo dell’artista – reazionario per la sinistra e rivoluzionario per la destra –, stride con la sua decisione di non rinnovare la tessera al partito in seguito ai fatti d’Ungheria del 1956 e di Praga del 1968, mentre la nomea di ateo miscredente si sgretola di fronte a una nuova immagine proposta dall’autrice, più rappresentativa e di largo respiro: quella di uomo laico e intimamente libero, privo di legami religiosi, e quella dell’autore del più bel film cristiano del Novecento, Il Vangelo secondo Matteo.
Maddalena Capasso affronta poi il controverso tema delle circostanze misteriose della sua morte, che favorirono fin da subito la tesi del complotto, in un clima di tensione in cui destra e sinistra si accusarono a vicenda. Teoria che portò all’accantonamento dell’ipotesi del suicidio.
In Riscopriamo Pasolini!, Maddalena Capasso traccia nuovamente i contorni di questa ipotesi, che riemerge dall’ombra dopo anni di voluta dimenticanza e ne definisce i punti fermi: l’espulsione dal PC per indegnità morale, la conseguente perdita del posto di insegnante, la morte del fratello, la paura della solitudine e il degrado dell’Italia consumistica vanno pertanto in un’unica direzione, avvalorando la tesi del suicidio come l’unica soluzione possibile a una crisi personale di valori percepita come irrisolvibile e senza alcuno sbocco.
In questo libro emerge Pasolini poeta di versi duri e difficili, come il mondo a lui contemporaneo; Pasolini romanziere di libri-documentari, colpevoli di aver scatenato la reazione bigotta di una società che rifiutava qualsiasi tentativo di conferire dignità letteraria alla sua parte più umile e “bassa” (si pensi, ad esempio, al lessico forte e al gergo romanesco di Ragazzi di vita, 1955); Pasolini regista dallo sguardo disincantato, che scegliendo attori non professionisti per fotografare gli umili e la loro umile vita, rappresentava la realtà senza intermediazioni, la realtà con la realtà stessa; Pasolini pittore, infine, le cui parole profetiche impresse su una tela consegnano al mondo la verità di un destino scelto da tempo: «Il mondo non mi vuole più e non lo sa».
Riscopriamo Pasolini! esplora un terreno volutamente consegnato all’oblio da un trentennio, operando una rivalutazione completa dell’eclettica figura dell’uomo e dell’artista. Anche questa ricerca, tuttavia, rischia di perdersi a lungo nell’ombra, perché diversi ostacoli si oppongono alla sua pubblicazione. Motivazioni politiche? si domanda Maddalena Capasso. Forse, rispondiamo noi. Certo è che se se questo fosse il suo destino sarebbe un vero peccato…