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SIKHISMO

4950 - per_appuntamenti Redazione Diocesi

23 Novembre 2009

www.sikhs.org
Diffusione e localizzazione geografica
I sikh nel mondo sono circa 18 milioni e vivono per lo più nella regione indiana del Punjab. Fuori dall’India, le più grandi comunità sikh si trovano in Nord America (Stati Uniti e Canada) e in Gran Bretagna.

Cenni storici
Il fondatore della religione sikhista è il guru Nanak Dev (1469-1539) che, dopo avere ricevuto l’illuminazione a Sultanpur, trascorse il resto dei suoi anni a viaggiare per l’India cantando le poesie religiose che lui stesso aveva composto, e che successivamente furono registrate per iscritto e inserite nel canone sikhista. Attorno al guru Nanak si raccolse una comunità di discepoli (Sikh = "discepolo"), tra i quali egli scelse il proprio successore, Guru Angad.

In tutto, i successori del primo guru furono dieci:
all’epoca del quinto guru, la struttura della comunità sikh si fece più marziale, in seguito alle persecuzioni subite a opera dei Moghul, gli imperatori musulmani dell’India.
Il decimo guru, Gobind Singh (1666-1708), fondò l’ordine militante dei Khalsa ("i puri") e decretò che, dopo di lui, non ci sarebbe stato un altro guru in quanto l’autorità religiosa veniva trasferita al testo sacro, l’Adi Granth.

Testi sacri
Il testo sacro del Sikhismo è l’Adi Granth (noto anche come Guru Granth Sahib), una raccolta di quasi seimila inni, composti dai primi cinque guru, curata da Arjan Dev (il quinto guru) nel 1606. Le 1430 pagine dell’Adi Granth comprendono inoltre alcuni inni di santi bahkti e di sufi musulmani.

Princìpi fondamentali
Il Sikhismo si ispira ad alcuni princìpi dell’ Induismo e dell’ Islam, pur essendo una religione autonoma e a sé stante. Dall’Induismo trae la credenza nella trasmigrazione delle anime (samsara) e degli effetti delle azioni sulle vite successive (karma). L’obiettivo ultimo è di interrompere il ciclo delle rinascite (cfr. Induismo , Buddhismo , Giainismo ), tranne che la liberazione non è vista come un annullamento del sé, bensì come una congiunzione con Dio, che è Uno e indivisibile.

Tale congiunzione si ottiene tramite il retto comportamento e la fede in Dio. Come i musulmani, i sikh credono che Dio abbia creato il mondo e che la Sua volontà governi ogni cosa.
Secondo il Sikhismo, tutti gli esseri umani sono uguali di fronte a Dio (dunque viene rifiutato il sistema castale): questo principio implica l’abolizione del clero (ogni sikh può leggere il Guru Granth Sahib, a casa o al tempio) e la parità tra uomo e donna (le donne possono guidare la congregazione in preghiera e diventare "leonesse della fede" al pari degli uomini).

Contrario a ogni forma di ascetismo, al celibato, al formalismo dei rituali e al culto delle immagini, il Sikhismo invita i propri seguaci a raggiungere un equilibrio tra gli obblighi spirituali e quelli temporali.
La condivisione dei beni è ritenuta una parte importante della vita quotidiana. I khalsa sono guerrieri, oltre che credenti e capifamiglia, e credono nella legittimità della "guerra santa", intesa come strumento per combattere le ingiustizie.

Chi entra nei khalsa è tenuto a portare sempre con sé le "cinque k" : kesh (capelli mai tagliati: chi se li taglia è un rinnegato); kacha (pantaloncini corti), kirpan (pugnale), kara (bracciale di ferro) e kanga (pettine).

Rapporti con le altre religioni
Sebbene il Sikhismo sia molto critico nei confronti di altre religioni, i guru hanno sempre dichiarato di credere nella libertà religiosa in quanto ciò che più conta è la condotta morale che l’individuo mantiene nel corso della sua vita terrena e la sua fede in Dio (o in un principio di divinità).
Ciò significa che, per il Sikhismo, persone di religioni diverse possono raggiungere la salvezza dell’anima pur rimanendo all’interno della propria religione.
Nella pratica, tuttavia, la storia dei sikh è stata segnata dal conflitto con i musulmani e con gli induisti.

scheda tratta dal sito www.tolerance.it