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«Verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui»

Solennità della SS. Trinità – Visita Pastorale (Decanato di Oggiono), Comunità Pastorale “Santi Martino e Benedetto” - 14-15 giugno 2025

14 Giugno 2025

1. La Visita Pastorale

La Visita Pastorale è l’occasione per dirvi: “Voi mi siete cari. Voi mi state a cuore”. Normalmente il Vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal Vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La Visita Pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La Visita Pastorale è l’occasione per esprimere e raccomandare la consapevolezza di essere parte della Chiesa di Milano, e di essere inseriti nella comunione cattolica. Le presenze e la storia della comunità comprende una vocazione a tenere insieme l’attaccamento alla propria Parrocchia e ad allargare gli orizzonti per una pastorale di insieme nella Comunità Pastorale, per una pastorale giovanile ed iniziative a livello decanale, ed a tener vivo lo sguardo sulla missione ad gentes nella Chiesa universale.

Siate consapevoli, siate fieri, siate disponibili per una vita della Parrocchia che sia inserita nella vita della città, nei rapporti con le altre Parrocchie del territorio, nel Decanato, nella Diocesi che è la Chiesa locale nel suo mistero e nella sua configurazione reale, all’interno della Chiesa Cattolica.

La Visita Pastorale è il momento per ascoltare insieme la Parola di Dio, quello che il Signore vuole dire, oggi a questa comunità, nella celebrazione della Messa domenicale.

 

2. L’esperienza dell’impotenza

Una vita incompiuta, aspettative deluse, propositi impraticabili.

Una vita incompiuta è quella di Abramo e Sara: ormai vecchi, soli, senza figli, senza futuro. Si sono sposati con il desiderio di avere figli e i figli non sono venuti. Ma in molte altre situazioni si incontrano vite incompiute: avrebbero voluto sposarsi, ma non hanno mai trovato la persona giusta; avrebbero voluto vivere a lungo insieme, ma lui o lei sono morti troppo giovani, è rimasta vedova o vedovo; avrebbero sperato di trovare un lavoro corrispondente agli studi fatti, alle competenze acquisite, ma sono costretti a prendere il lavoro che c’è, quello che nessun (italiano) vuol fare. Vite incompiute. Ad un certo punto si rassegnano e tirano avanti con una certa serenità, che propriamente si chiama rassegnazione.

Le aspettative deluse sono quelle della comunità di Corinto. Ci sono molti carismi, cioè nella comunità ci sono persone che mettono a frutto i doni ricevuti per servire la comunità: sono fatti per essere un cuor solo ed un’anima sola. Ma non vanno d’accordo, vanno ciascuno per conto proprio: chi si interessa del catechismo non si intende con quelli della società sportiva, chi propone l’adorazione non trova condivisione da parte di chi opera in oratorio, chi insiste per le missioni incontra l’indifferenza degli altri, i laici criticano i preti, i preti criticano i laici e si criticano gli uni gli altri. Le Parrocchie sono unite nella Comunità Pastorale ma quelli di un campanile non hanno simpatia per quelli dell’altro campanile. Aspettative deluse. Ad un certo punto si tira avanti ciascuno per conto suo. Si fanno cose magnifiche, ma solo se “le faccio io o si fanno come dico io”.

Propositi impraticabili sono quelli di tutti. Si vive un momento di lucidità, nella Confessione, nel momento di ritiro, dopo aver ascoltato una predica si formula con entusiasmo il proposito di praticare i comandamenti del Signore. “Sì, mi propongo di perdonare o di chiedere perdono”; “sì, ho capito che il modo con cui tratto mia moglie o mio marito o i miei genitori o i miei colleghi non è cristiano, mi propongo di praticare la carità, la pazienza, la stima”; “sì, devo evitare quel peccato che mi porto dietro da troppo tempo: la volgarità, la pratica viziosa del sesso, l’intemperanza nel bere”. Sì! Mi propongo di cambiare. E il giorno dopo sono ancora come prima. Vado avanti come sempre, ma capisco che non va bene.

 

3. «È Dio che opera tutto in tutti»

C’è però la promessa di Gesù che illumina le situazioni mortificanti in cui troppo spesso viviamo nella mediocrità. La promessa di Gesù non è di un intervento “magico” che risolva tutto. Piuttosto Gesù chiama ad accogliere lo Spirito di Dio che abita in noi e rende possibile che il Padre ed il Figlio vengano ad abitare in noi.

Lo Spirito rende possibile la vita di Dio in noi: la comunione nella comunità. «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito».

Lo Spirito che «il Padre manderà nel nome di Gesù ricorderà ogni cosa», cioè ci renderà possibile vivere i suoi comandamenti: chi si lascia condurre dallo Spirito piuttosto che dalle abitudini o dalle situazioni potrà vincere anche le abitudini cattive e uscire dalle situazioni sbagliate.

L’accoglienza di Dio aprirà impensate vie di fecondità per chi è mortificato dalla vita, vivendo la pienezza della santità in ogni situazione: «è Dio che opera tutto in tutti». Porta a compimento la vita oltre ogni aspettativa.