1. La Visita Pastorale
La Visita Pastorale è l’occasione per dirvi: “Voi mi siete cari. Voi mi state a cuore”. Normalmente il Vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal Vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La Visita Pastorale è l’occasione per dirlo di persona. La Visita Pastorale è l’occasione per una Comunità Pastorale così ricca e complessa come “Santa Teresa Benedetta della Croce” per riflettere sul momento che vive, riconoscere le grazie che riceve, interpretare le fatiche che affronta, assumere le responsabilità e le iniziative che la situazione richiede. La Visita Pastorale è l’occasione per incoraggiare a sentirsi parte della Chiesa diocesana e a mettere a frutto le proposte, a partecipare alle convocazioni, a qualificare persone disponibili per accompagnare i giovani in cammini di fede e di appartenenza alla comunità cristiana e alla sua missione.
La Chiesa diocesana ha fatto la scelta di promuovere una pastorale di insieme che qui si è realizzata come creazione della Comunità Pastorale. La complessità della dinamica cittadina può essere scoraggiante per chi si fa carico della missione unitaria della Chiesa in questo territorio e percepisce le tensioni tra unificazione delle iniziative e capillarità della missione sul territorio, tra iniziative della Comunità Pastorale e vita delle Parrocchie. Una certa scioltezza nel confronto, la franchezza nelle valutazioni, una lucida interpretazione delle priorità e una cordiale condivisione del cammino da compiere sono necessari in questo momento: l’impegno per gestire le dinamiche interne non può essere così gravoso da perdere di vista la responsabilità per l’annuncio del Vangelo e la condivisione della speranza con tutti gli abitanti della città. Siamo debitori a tutti della parola di salvezza che è Gesù. Abbiamo qualche cosa da dire? Siate consapevoli, siate fieri, siate disponibili per accogliere le indicazioni della Chiesa diocesana e per interpretare quello che la missione richiede in città e in ogni singola Parrocchia.
La Visita Pastorale è il momento per ascoltare insieme la Parola di Dio, quello che il Signore vuole dire, oggi a questa comunità, nella celebrazione della Messa domenicale.
2. «Vedrai la gloria di Dio»
2.1 Viene da domandarsi: vorremmo dire di Gesù, della verità di Dio, della vita e della morte. Interessa a qualcuno?
Nella Lettera ai Romani Paolo rimprovera i suoi contemporanei perché «pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti». Nel nostro tempo dobbiamo forse riconoscere che il discorso su Dio è messo da parte, censurato come pericoloso, ignorato come inutile. “Possiamo fare a meno di Dio. Importante è stare bene e accontentare i propri desideri, realizzare i propri sogni”. Per alcuni sono importanti anche i buoni sentimenti, il rispetto delle persone, dell’ambiente, degli animali. Addirittura dare una mano a chi è nel bisogno, se si può.
Ma Dio è poco interessante per molta gente e pregare suona più come una stranezza. Pertanto anche i discepoli di Gesù si trovano nell’imbarazzo a propositi del dire della vita, della morte e di Gesù e della rivelazione della verità di Dio da parte di Gesù.
2.1 Di fronte alla morte di un amico
Irrompe però il dramma inevitabile. Come vivere la tragedia del morire, del morire delle persone che amo, del mio morire? Anche di fronte all’evento ultimo si può reagire con indifferenza, si può persino desiderare la morte come via d’uscita da una vita insopportabile.
Di fronte all’evento ultimo Gesù rivela la gloria di Dio. Gesù si avvicina alla morte per dichiararne la sconfitta. Gesù si rivela «la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore vivrà e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno. Credi questo?».
2.3 «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo»
L’incontro delle sorelle in lutto con Gesù è la via che siamo chiamati a percorrere, la via della fede. Noi siamo smarriti di fronte alla morte e siamo confusi a proposito di Dio. Ma nel nostro smarrimento Gesù viene a visitarci e si rivela l’amico che condivide le nostre lacrime, il Signore che le consola, la vita che vince la morte. Siamo chiamati, come Marta e Maria, a passare dall’affettuosa amicizia con Gesù alla fede in lui «risurrezione e vita».
La fede in Gesù alimenta la preghiera, converte la vita, rivela Dio. Ecco che cosa abbiamo da dire a proposito di Dio: che noi lo incontriamo in Gesù, che non possiamo fare a meno di cercarlo in Gesù. In Gesù accogliamo il dono della vita di Dio, seguendo Gesù entriamo per la porta stretta dell’amore crocifisso nella comunione con il Padre. Il nostro pensiero non si rassegna alla confusione di fronte al mistero di Dio, ma accoglie la sua gloria rivelata in Gesù.
La nostra vita cristiana non è solo un galateo per delle relazioni educate; non è solo la condivisione di una compagnia rassicurante che ci tiene uniti; non è solo la coltivazione di buoni sentimenti. Piuttosto, siamo il popolo in cammino per entrare nella comunione che dà vita, vita eterna, la vita di Dio.
2.4 La rischiosa testimonianza
I discepoli di Gesù sono incaricati di offrire a tutti la testimonianza a proposito della gloria di Dio che hanno contemplato, perché sono responsabili della speranza del mondo. La testimonianza a proposito di Gesù, l’annuncio della verità di Gesù sono forme rischiose di abitare la vita. Gesù, avendo dato la vita a Lazzaro, è minacciato di morte: «Da quel giorno, dunque, decisero di ucciderlo».
Forse per questo i cristiani oggi sono spesso imbarazzati e reticenti e parlano di tutto e sono brava gente e fanno tanto bene e stanno bene tra loro, ma tacciano della loro fede in Gesù e sono timidi a proposito del dare le ragioni della loro speranza. Ma la timidezza, l’imbarazzo, sono buone ragioni per abbandonare alla disperazione la gente del nostro tempo?

