1. La vita come un vaso in frantumi
Vivere in frammenti. Vivere a pezzi sparsi nel tempo. Non si riconosce più la forma di una vita in frantumi.
Vivere in frammenti: avere un volto diverso, una maschera, forse. Un volto, uno stile, uno spigolo, un volto accigliato in casa con le persone di famiglia; un altro volto, un altro stile, una maschera di sorriso in ufficio; un altro volto, un altro modo di ridere con gli amici. Frammenti sotto lo stesso tetto: un sentimento, una tenerezza per le persone care; un risentimento, un’asprezza con le persone divenute insopportabili. La vita come un vaso prezioso e finemente decorato ridotto in frantumi: non se ne vede la decorazione, non si riconosce la forma. Vivere in frammenti.
Vivere una vita precaria, instabile, incostante. Esultanti nel giorno delle palme, aggressivi e cattivi il giorno dopo, e intorno allo stesso Gesù di Nazareth. Vivere una storia liquida, che prende di giorno in giorno la forma del vaso che la contiene. Vivere di promesse non mantenute, come quella che dice un giorno: “Ti amerò per tutta la vita, senza di te non posso vivere”, e dopo un po’: “Non ti amo più, la vita con te per me è insopportabile”. Vivere di sentimenti devoti nell’occasione benedetta e di opaca indifferenza nel greve quotidiano.
2. La Settimana Autentica: tempo di grazia per riunire i frammenti dispersi
Gesù attraversa le vite frantumate. Gesù attraversa la storia spezzata in frammenti insensati. Gesù attraversa le promesse e i tradimenti, l’accoglienza ed il rifiuto, l’entusiasmo popolare e la folla arrabbiata. Gesù attraversa i tempi del fervore appassionato ed i tempi della gelida indifferenza, Gesù attraversa i giorni del progresso e i giorni del declino.
Gesù attraversa l’umanità confusa e dispersa, bussa alla porta delle vite scombinate e precarie e così realizza la profezia: «Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso […] l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume sino ai confini della terra».
Percorrendo le strade della terra, entrando nelle vite della gente, attraversando l’ingresso trionfale e la condanna alla vergogna e all’umiliazione Gesù rivela la verità di ogni cosa, riunisce i figli dispersi, ricostruisce le vite spezzate.
3. La rivelazione della vocazione di tutti e di tutto
E la rivelazione è raccolta nella parola sorprendente dell’inno della lettera ai Colossesi: «È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli».
Nel mistero della Pasqua Gesù rivela che tutto è stato fatto per mezzo di lui e in vista di lui, rivela il senso di tutto quello che esiste e di tutta la vicenda umana. Qual è dunque il disegno che i frammenti non consentono di riconoscere e che Gesù è venuto a rivelare? La rivelazione è questa: tutti sono chiamati, tutto è destinato a uno scopo. La vocazione di ciascuno è ad essere conforme al Figlio, per diventare figli riconciliati con il Padre, partecipi della sua vita.
Così rivela il senso della festa e della gioia: il senso è la riconoscenza. Così rivela il senso del peccato e della tristezza: il senso è la vocazione al perdono. Così rivela il senso della cattiveria e della guerra: il senso è la vocazione, la riconciliazione e la pace. Così rivela il senso della vita e della morte: il senso è la vocazione all’amore, a partecipare alla vita del Figlio secondo la volontà del Padre per potenza di Spirito Santo.

