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Segnati dall’unzione dello Spirito, persuasi dall’attrattiva di Gesù

V Anniversario di Ordinazione Presbiterale, Milano, Duomo - 5 settembre 2025

5 Settembre 2025

1. «Non ascoltano […] non saranno persuasi»

Per essere onesti si deve riconoscere che siamo un fallimento. La parola viene proclamata, ma chi se ne lascia persuadere? L’invito è rivolto a molti, ma chi lo accoglie? Ci siamo affaticati in molti modi e per molte ore per servire il cammino di fede di fratelli e sorelle, ma chi siamo riusciti ad accompagnare? In molti modi, molti di ogni età e di ogni sensibilità con il loro atteggiamento, se non con le loro parola esplicite, ci hanno detto: non mi interessa, non ho bisogno, non mi convinci, tu vuoi offrirmi una cosa di cui non so che farmene!

Forse cinque anni di ministero giovane e appassionato possono smentire la conclusione che io propongo con l’entusiasmo dei primi discepoli che tornano a Gesù esaltati per quello che hanno fatto e stupiti nel constatare il successo della loro missione: «I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”» (Lc 10,17). Se il ministero è stato un cammino trionfale, si deve ringraziare il Signore, ma forse si deve anche pensare che c’è un po’ di ingenuità e di illusione. Non bastano gli elogi di quelli che ci stanno intorno, non basta che i numeri di quelli che sono venuti con te (al Giubileo a Roma, alle esperienze estive, al cammino di Santiago…) siano superiori a quelli dell’altro prete di Pastorale Giovanile del Decanato per smentire la parola di Gesù che non promette successi e trionfi, ma piuttosto persecuzioni e umiliazioni.

Forse cinque anni di ministero giovane e segnato da frustrazioni possono indurre ad aprire la porta all’anticristo, «colui che nega che Gesù è il Cristo». Possono anche abitare tra noi e dentro di noi molti anticristi. Quelli che dicono che non sono adatte le parole di Gesù a questo tempo, a questa generazione: inventa tu altre parole. Lo stile di Gesù, i segni che Gesù ha raccomandato di porre, la celebrazione che Gesù ha detto di compiere come memoriale della sua Pasqua sono cose troppo antiquate, parlano linguaggi troppo inaccessibili: crea tu una tua liturgia, una tua compagnia, una tua Chiesa.

Forse la docilità allo Spirito e la memoria dell’unzione che abbiamo ricevuto ci rende consapevoli della nostra inadeguatezza e anche del nostro fallimento e ci indica che la via da percorrere.

 

2. «Rimanete»

La raccomandazione ripetuta da Giovanni nella sua lettera è l’indicazione dell’essenziale. Rimanere in Gesù, riconoscere che solo lui è il Salvatore e chi rimane in lui è salvato: «Questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna».

Rimanete in lui, secondo quello che avete udito dal principio.

Rimanete in lui quando tutto va bene e il frutto di tante fatiche è abbondante: sappiate che è lo Spirito che opera.

Rimanete in lui quando sembra che tutto fa male e la vigna invece dell’uva produce uva che non matura: sappiate che Gesù attira tutti a sé, per vie che non conosciamo e in tempi che non sta a noi definire.

Rimanete quando siete in tanti ed è bello stare insieme e quando siete in pochi ed è difficile andare d’accordo.

Rimanete con la preghiera, con la fiducia, con l’affetto, con il pensiero, con la lotta, con la semplicità del cuore: «Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre».