1. Sembra una conclusione, invece è un nuovo inizio
Ci sono quelli del ricordo. Ci sono quelli della nostalgia. Ci sono quelli che custodiscono la fotografia degli eventi: e ogni tanto sfogliano l’album o scorrono il cellulare per rivedere le cose passate. Ti ricordi del Matrimonio? Ti ricordi di quella santa donna della mamma? Ti ricordi quando Gesù era vivo, presente in mezzo a noi? Ci faceva ardere il cuore con le sue parole quando spiegava le Scritture. Quante cose belle e anche brutte! Fa bene ricordare, è una bella serata quando si rivedono le fotografie.
C’è il rischio di intendere e vivere così anche il mistero dell’Ascensione: è salito al cielo. Una storia finita. Invece con la Pasqua di Gesù può cominciare una storia nuova «finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo».
2. «Restate […] finché»: attesa
Quelli del ricordo, quelli della conclusione non aspettano niente, non si sentono alla vigilia, ma alla commemorazione.
L’esperienza dell’incontro con Gesù risorto non è un congedo, ma una promessa. La speranza è la fiducia nella promessa che ne invoca il compimento: vieni, Spirito Santo! Vieni, potenza dall’alto, scendi su di noi, Spirito Santo, con la tua forza!
L’ossessione della programmazione, le preoccupazioni per il futuro della nostra Chiesa e delle nostre comunità, la frenesia delle iniziative assomigliano a qualche cosa come all’attesa?
3. «Finché arriviamo all’uomo perfetto»: compimento
Il pregiudizio demoniaco è che Gesù sia una rovina, seguire Gesù una perdita. La gente si convince che essere discepoli significa essere meno liberi, meno adatti al mondo in cui viviamo. Essere discepoli è noioso, essere in giro per la terra senza una regola e senza una meta è più divertente.
La grazia di Gesù risorto è la rivelazione della meta desiderabile, è l’incontro con il compimento. L’opera dello Spirito è il compimento dell’umano. Il compimento dell’umano, la pienezza della vita è nella comunione con Gesù: solo in lui è la pienezza della vita, la vita eterna.
4. «Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi»: la fortezza
La missione è sproporzionata: i discepoli devono essere testimoni di Gesù non solo a Gerusalemme, non solo in Giudea, non solo in Samaria, ma addirittura sino ai confini della terra. Siamo effettivamente inadeguati, diventiamo sempre di meno. L’ambiente che ci sta intorno è sempre meno disponibile, le persone sono sempre più indifferenti. È meglio lasciare perdere. È meglio tornare a casa e stare tranquilli.
Ma Gesù promette una forza che non viene dalla buona volontà, da una accorta strategia, da alleanze promettenti per utilizzare gli strumenti disponibili e convincere, che si tratti dei Social o delle pubblicazioni o di qualsiasi altra forma di comunicazione.
La forza, invece, viene dallo Spirito, che riveste di una forza che è piuttosto affidamento che energia, che è docilità piuttosto che protagonismo.

