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«Perciò siate ricolmi di gioia»

Centenario della fondazione dell’UNITALSI - Sottosezione di Milano (Milano - Parrocchia S. Maria di Caravaggio, 18 gennaio 2025)

18 Gennaio 2025

1. I discepoli incerti

Paolo si confronta con Pietro «per non correre o aver corso invano». I Dodici sono frastornati da ciò che si dice di Gesù: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». «La vostra fede, messa alla prova torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà».

I discepoli attraversano momenti di incertezza, di prova, di difficoltà: sono sconcertati da quello che succede, dalle sofferenze che devono attraversare; sono sconcertati dalla confusione dei pensieri, in un contesto in cui circolano tante idee confuse; sono sconcertati dal sospetto di correre o di aver corso invano.

Sperimentiamo lo sconcerto dei nostri fallimenti educativi, della nostra irrilevanza sociale, delle disarmonie e dei contrasti che si sperimentano anche nelle nostre realtà ecclesiali. Anche un’opera così ammirevole come l’UNITALSI può attraversare momenti di incertezza.

 

2. «Ma voi, che cosa dite?». La verità di Gesù

Per affrontare l’incertezza, sostenere l’impopolarità, far pace con l’inadeguatezza, dissolvere la confusione, la via più necessaria è incontrarsi con la verità di Gesù. Chi è per me Gesù? Chi è per noi? Quale rapporto abbiamo con lui? Chi è Gesù per i malati ai quali vorremmo dare speranza?

«Il Padre […] ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce».

 

3. «Salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi con lui quindici giorni»

La comunione entro la Chiesa, il confronto con gli apostoli, la confidenza con Pietro-Cefa e la via praticabile per non correre invano.

Il rischio che si corre è di andare per conto proprio: ciascuno ha le sue cose da fare, i suoi programmi, i suoi calendari, i suoi punti di riferimento. Si fanno molte cose buone. Talora però l’esito è un certo malcontento: la frustrazione di non essere abbastanza apprezzati, l’esercizio arbitrario delle responsabilità dei preti, degli incaricati. Talora si creano confusioni, sovrapposizioni, coincidenze che complicano la vita.

Una buona relazione tra le comunità, le persone, coloro che hanno responsabilità è il segreto per non correre invano, con il rischio di fare tanto bene e di essere scontenti, di fare tanto bene e poi vedere che tutto “va a finire in niente”.

 

4. «Ricolmi di gioia»

L’intensità del rapporto con Gesù e la comunione fraterna sono le fonti della gioia che riempie il cuore anche nelle difficoltà e nelle tribolazioni. La gioia vera è un segno della presenza dello Spirito di Dio ed è la testimonianza persuasiva che i discepoli sono chiamati a offrire.

Nel servizio ai malati è sempre importante il sorriso; nello stesso tempo nel servire si trova sempre una fonte di gioia proprio nel bene che si fa, anche nei disagi che si devono affrontare e nelle fatiche che si devono sopportare.